
Razzante * Intelligenza Artificiale (AI) potenzia la produttività delle Pubbliche Amministrazioni (PA) ma presenta ancora forti criticità legate alla scarsa...
Razzante *
Intelligenza Artificiale (AI) potenzia la produttività delle Pubbliche Amministrazioni (PA) ma presenta ancora forti criticità legate alla scarsa cultura digitale e alla insufficiente qualità dei dati e degli strumenti di valutazione. Nel Rapporto AgID 2025, denominato “L’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione”, è stata presentata un’ampia indagine che ha coinvolto 120 progetti di AI nelle PA e si è svolta mediante la somministrazione di un questionario. Dallo studio è emersa un’ampia diffusione di soluzioni basate sul machine learning, l’uso di chatbot e di assistenti virtuali, impiegati soprattutto per automatizzare le risposte alle richieste dei cittadini, migliorare l’interazione con questi ultimi e per supportare l’elaborazione di grandi quantità di dati.
L’adozione di queste tecnologie spesso deriva dalla necessità di incrementare l’efficienza operativa, ridurre i tempi di risposta e migliorare la qualità e l’accesso ai servizi pubblici. Tra le principali opportunità sono emersi il miglioramento della produttività interna delle PA, una gestione più rapida dei procedimenti amministrativi e un utilizzo più strategico dei dati per il supporto alle decisioni. Tuttavia, il rapporto ha messo in luce anche diverse problematiche. In particolare, una carenza nella qualità dei dati che ostacola la stessa efficacia dell’AI, e una mancanza di strumenti per misurare gli impatti. Inoltre, sono presenti delle lacune nelle competenze digitali del personale pubblico. Occorre favorire un’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nella PA che sia efficace, etica e in linea con i principi europei e gli standard internazionali. In quest’ottica, l’AI non viene vista solamente come uno strumento tecnologico ma anche come un elemento fondamentale per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, in grado di generare valore.
*Docente di Dirittodell’informazioneall’Università Cattolica