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Carla, lasciata un anno in obitorio. Il Comune di Arezzo le fa il funerale

Alla fine persino il funerale glielo farà, nella sua pietas impersonale, il Comune di Arezzo: la città dove viveva...

La Scientifica fuori dalla porta della casa dove è stata trovata morta la donna

La Scientifica fuori dalla porta della casa dove è stata trovata morta la donna

Alla fine persino il funerale glielo farà, nella sua pietas impersonale, il Comune di Arezzo: la città dove viveva Carla Bazzani, originaria di Milano, morta a 92 anni probabilmente a maggio dell’anno scorso e trovata cadavere a fine agosto, un anno fa, nella casa dove viveva in affitto teoricamente con la figlia sessantenne, che fu rintracciata un paio di giorni dopo a Rimini, e non diede spiegazioni sul decesso dell’anziana, avvenuto, per cause naturali, quasi quattro mesi prima.

Il corpo della signora Bazzani fu trovato in camera da letto, accanto all’ormai carcassa del suo gatto bianco morto di stenti, in mano il telecomando della tv, dalle forze dell’ordine che fecero irruzione dopo la segnalazione del proprietario dell’appartamento, insospettito dai mancati pagamenti dell’affitto.

Nelle pieghe di questa storia triste c’è anche un’indagine sulla figlia di Carla, che avrebbe continuato a incassare la pensione della madre dopo che era morta: la Procura di Arezzo l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e occultamento di cadavere, comparirà davanti al giudice in settembre.

Di sicuro per quasi un anno il corpo di Carla è rimasto in obitorio ad Arezzo, anche dopo il nulla osta alla restituzione della salma, notificato a un parente che non ha mai risposto. Della figlia si sono perse le tracce, nessuno ha reclamato la salma e nemmeno s’è dato la pena di far pervenire la rinuncia. Così il Comune ha deciso di procedere comunque alla tumulazione, a proprie spese, come gesto di umanità.

Il funerale di Carla è sabato 16 agosto alle 10.30. E chissà se qualche impiegato comunale, come il protagonista di uno splendido film italo-britannico del 2013, “Still Life”, ci andrà perché almeno l’ultimo saluto non se lo debba dare da sola.

Gi.Bo.