
In attesa della decisione del giudice sull’affidamento dei quattro minori ieri mattina alcune famiglie nomadi si sono allontanate, poi sono rientrate.
di Nicola Palma e Marianna Vazzana
Ieri mattina sembrava che il campo nomadi di via Selvanesco fosse vuoto. Poi, che si fossero allontanate solo le tre famiglie dei quattro ragazzini (due sono figli della stessa madre) coinvolti nell’incidente di via Saponaro. Ma un paio d’ore dopo sono rientrati tutti, nel terreno di proprietà privata all’interno del Parco Agricolo Sud dove il benvenuto è dato da immondizia a auto carbonizzate. Dentro, una decina tra camper e roulotte; sullo sfondo, panni stesi al sole. Fuga "per sfuggire alla pressione mediatica", dice una fonte che si occupa del caso. Quello dei quattro ragazzini che erano sulla Citroen (rubata a un turista francese ventenne) che ha investito e ucciso la pensionata 71enne Cecilia De Astis lunedì poco prima di mezzogiorno. Tecnicamente, peraltro, non possono fuggire perché nei loro confronti non c’è provvedimento giudiziario e nessuna forza dell’ordine deve vigilare sull’accampamento in zona Gratosoglio. Sono liberi, riaffidati alle famiglie martedì sera perché non imputabili. "I freni non funzionavano bene e ho preso la signora. Ci siamo spaventati e siamo scappati", ha detto in italiano stentato davanti ai ghisa, al Comando della polizia locale di via Custodi a Milano, il tredicenne che insieme ad altri tre ragazzini (due di 11 anni, tra cui una bimba, e uno di 12) è fuggito dopo la morte della pensionata. E sono andati tutti al centro commerciale Fiordaliso, percorrendo i due chilometri che separano l’ipermercato dal luogo dell’investimento mortale. Sarebbe stato il tredicenne al volante della Citroen Ds 4 bianca, con a bordo tutti e quattro, che è finita fuori strada prendendo in pieno la donna. Nati in Italia da genitori bosniaci, i quattro sono poi stati riconsegnati alle famiglie data l’età. Chi ha parlato con loro ha avuto la sensazione che non avessero ben compreso la gravità della situazione.
Rispetto alla colpa dei minori, ed eventualmente della responsabilità dei genitori si occupano rispettivamente il Tribunale per i minorenni e la procura ordinaria. Il primo dovrà stabilire se ci sono le condizioni, che finora non sussistono (i genitori non li hanno abbandonati, né hanno concorso al reato), di affidarli a una comunità, mentre al quarto piano del Palazzo di giustizia spetterà valutare presunte colpe dei genitori, intervento che verrà preso solo quando tutto sarà chiaro. L’eventuale responsabilità penale va infatti accertata caso per caso, mentre civilmente i genitori rispondono sempre dei danni causati dai figli minori. Ci vorrà tempo per le valutazioni e le emissioni di eventuali provvedimenti.
Accanto a dove è avvenuto l’incidente tante persone hanno portato dei fiori e qualcuno ha incollato a un palo un biglietto di addio "Ciao, non è giusto". Che non sia giusto lo ha sostenuto anche il responsabile di Opera Nomadi Lombardia Odv Mario Cipriani, che ha parlato di un "gesto irresponsabile e criminale", chiedendo però di non generalizzare perché "non tutti i rom sono uguali" e "dipingere un intero popolo come colpevole per le azioni di pochi non solo è ingiusto, ma alimenta odio e divisione". Anche da lui sono arrivate le condoglianze alla famiglia di Cecilia, come le ha fatte il sindaco Giuseppe Sala che ha sentito i suoi figli, con l’intenzione di incontrarli prossimamente. Oggi, intanto, ci saranno i funerali della donna, alle 14.45 alla parrocchia di San Barnaba in Gratosoglio. L’amministrazione comunale sarà rappresentata dall’assessore Gaia Romani.