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Le chat segrete nell’inchiesta sull’urbanistica. Tancredi: “Negli uffici c’è terrore per gli avvisi di garanzia”. Sala: “Poi facciamo il punto”

L’ex assessore aggiornava il sindaco sugli incontri con il procuratore Viola. Per i pubblici ministeri persistono i favoritismi negli uffici del comune di Milano nonostante gli arresti

L'assessore comunale all'Urbanistica Giancarlo Tancredi e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

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Milano – Le chat tra l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – attualmente ai domiciliari – e il sindaco di Milano Giuseppe Sala stanno rivelando molti retroscena dell’inchiesta che ha scosso il mondo dell’urbanistica milanese. Nei messaggi depositati dalla Procura al Tribunale del Riesame emergono i tentativi di dialogo diretto con i magistrati e la preoccupazione per il clima negli uffici comunali.

“Martedì vado a parlare, insieme a Mandarano e Ciacci, con il Procuratore capo Viola sulle inchieste edilizie. Bene la sentenza di ieri della Cassazione su Aspromonte, ma negli uffici il clima è pessimo, sconforto e terrore di ricevere da un giorno all’altro avvisi di garanzia”, scriveva Tancredi a Sala il 13 gennaio 2024, che conclude: “Ovvio che si tratta di un attacco politico che colpisce gli anelli deboli”. La risposta del sindaco era lapidaria: “Dopo il tuo incontro facciamo il punto”.

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L’ex assessore aggiornava poi il primo cittadino sull’esito dell’incontro: “Incontro con Viola e Siciliano positivo e cordiale. Loro disponibilità a continuare questo dialogo. Ho proposto nuovo incontro tra un mese e intanto manderò una relazione spiegando anche cosa intendo fare col nuovo Pgt (Piano di governo del territorio, ndr). Siciliano sembra comunque perplessa sull’interpretazione di alcune norme, che a mio parere sono molto chiare”.

Emersi anche diversi messaggi tra Tancredi e il direttore generale del comune di Milano Christian Malangone, che è attualmente indagato per induzione indebita a promettere o ricevere utilità per il suo coinvolgimento nella vicenda P39 Pirellino-Torre Botanica. “Devono fare in fretta se non vogliono essere ricordati come il governo che ha bloccato l’edilizia in Italia”, diveca l’ex assessore a Malangone.

“Continuano i favoritismi”

Per la Procura di Milano l’ipotesi che con gli arresti nell’inchiesta sull’urbanistica “sarebbero cessati negli uffici del Comune i favoritismi e i trattamenti privilegiati dispensati” è smentita dai fatti. Mentre alcune pratiche e titoli edilizi sono stati annullati, per altri interventi che configurano “violazioni identiche” il Comune “non è intervenuto”.

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La memoria della Procura, che sostiene le esigenze cautelari per Tancredi e Giuseppe Marinoni (ex presidente della commissione per il Paesaggio), elenca alcuni dei principali progetti che hanno ridisegnato Milano, innescando però un terremoto giudiziario che ha coinvolto lo stesso sindaco Sala, indagato per falso e induzione indebita nel caso del cosiddetto Pirellino.

Particolarmente significativi sono i rapporti diretti tra Tancredi e Manfredi Catella, fondatore di Coima. Le problematiche sul progetto Pirelli 39 sono state oggetto di “discussione diretta e assai frequente” tra i due fin dal 2021. “Per Pirelli 39 non abbiamo ancora il titolo continuando a ricevere richieste a cui stiamo dando tempestivamente risposta auspicando di non avere ulteriori ritardi che come condiviso non sono sostenibili”, scriveva Catella il 19 maggio scorso.

Nel messaggio, osserva la Procura, l’imprenditore “redige una sorta di lista di doglianze”, ricordando che non è ancora stato approvato il piano di Porta Romana, non sono stati coperti gli extra costi del Villaggio Olimpico e delle aree della fondazione Milano Cortina, e per P39 manca ancora il titolo. Significativo, secondo i magistrati, che “né Malangone né Tancredi rispondano per iscritto a questo messaggio”.

Altri messaggi del gennaio 2022 dimostrerebbero, secondo i titolari dell’inchiesta che ipotizza anche la corruzione, la creazione di una sorta di “ufficio di coordinamento extra-istituzionale” riferito ai progetti Porta Romana, Valtellina Farini e Pirelli 39. Un organismo destinato a riunirsi “con cadenza periodica fissa” e al quale avrebbero partecipato “probabilmente in modo del tutto informale” sia funzionari del Comune sia di Coima.