REDAZIONE MILANO

“Guerrigliera“ del verde: "Alberi non autorizzati contro il grigio e lo smog"

Da trent’anni Mercedes Mas Solè semina piante e fiori in città e nell’hinterland "Un atto politico non violento per riappropriarci degli spazi urbani. All’inizio ero da sola ora siamo in tanti: le rivoluzioni partono dai piccoli gesti".

Da trent’anni Mercedes Mas Solè semina piante e fiori in città e nell’hinterland "Un atto politico non violento per riappropriarci degli spazi urbani. All’inizio ero da sola ora siamo in tanti: le rivoluzioni partono dai piccoli gesti".

Da trent’anni Mercedes Mas Solè semina piante e fiori in città e nell’hinterland "Un atto politico non violento per riappropriarci degli spazi urbani. All’inizio ero da sola ora siamo in tanti: le rivoluzioni partono dai piccoli gesti".

Piantare un fiore può essere un atto rivoluzionario. È questa la filosofia promossa dal Guerrilla Gardening, una forma di giardinaggio non autorizzato nata con un obiettivo preciso: donare una boccata d’ossigeno ai cittadini che, ogni giorno, sono costretti a lottare contro l’inquinamento, un nemico invisibile sempre più pericoloso e pervasivo. Ed ecco che la disobbedienza civile tinge di verde le strade del capoluogo meneghino e delle aree limitrofe: piantando fiori, alberi e arbusti di ogni genere, la città torna a respirare e recupera i colori vivaci di un tempo, sbiaditi dai giganti di cemento che, nel corso degli anni, l’hanno popolata.

A Milano è Mercedes Mas Solè - madrileña d’origine, lombarda d’adozione - a farsi portabandiera del Guerrilla Gardening all’italiana. L’ambientalista si trovava nella sua Madrid quando, oltre trent’anni fa, ha preso una decisione radicale: piantare il suo primo arbusto senza chiedere nessuna autorizzazione, con il solo scopo di tendere una mano alla Terra e ai suoi abitanti. Per Solè si trattava di un gesto altruistico, non pensava che quella singola azione fosse in realtà l’emblema di un movimento capace di unire il mondo intero: da Auckland a Toronto, il Guerrilla Gardening connette gli attivisti provenienti da ogni latitudine. "Avevo letto da poco “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono e quel libro è diventato, in poco tempo, la mia stella polare, un faro guida da seguire come esempio", racconta la guerrigliera del verde madrileña. E proprio come il protagonista del racconto di Giono, l’ambientalista, armata di zappa, piantine e acqua, si è posta l’ambizioso obiettivo di dare una seconda occasione alle strade asfaltate e incontrava lungo il suo cammino.

La vita l’ha portata a trasferirsi a Trezzano sul Naviglio ed è proprio in questa cittadina che Solè ha importato la filosofia del Guerrilla Gardening. "Questa pratica non mira unicamente a seminare nuovi germogli di vita, ma anche a tutelare gli arbusti che già abitano le nostre vie - spiega l’attivista green - Ed è stata proprio questa la mia prima operazione: proteggere una pianta ed evitare che venisse abbattuta. È bastato un cartello con scritto: “Per favore, non tagliatemi”. Sono passati quasi trent’anni e ogni giorno, quando gironzolo per quella via, non posso fare a meno di sorridere: quell’albero è ancora lì con me".

Ma non sono mancate azioni più estreme: basti pensare che, quasi 15 anni fa, Solè si trovava a Corsico per un colloquio di lavoro quando, in attesa del suo turno, ha deciso di piantare un pioppo cipressino. E da un tronco ormai morto e svuotato è nata una pianta alta ben 15 metri. In fin dei conti, il Guerrilla Gardening non si programma, si esegue quando la natura chiama. E sono molti i cittadini lombardi che, proprio come l’ambientalista spagnola, hanno risposto al grido disperato della flora locale: "Sono parecchi gli amici, i vicini di casa e persino i pensionati che seminano nuovi fiori: alcuni di loro mi hanno regalato anche diversi alberi da piantare - racconta Solè - Fare rete è fondamentale: nessuno si salva da solo".

Con il passare del tempo l’attivista spagnola ha affinato le sue tecniche per regalare ai suoi arbusti una lunga vita, riuscendo a seminarne oltre duecento: "Spesso pianto un seme o un ramo dentro un tronco già tagliato: ecco, questo è un ottimo modo per permettere a un albero nuovo di crescere - spiega l’ambientalista - In altri casi provo a ingannare le imprese di giardinaggio coprendo le piante con delle retine tipicamente usate proprio dalle aziende in questione. Così, quando i manutentori si fermano in quell’area, pensano di aver già svolto il loro lavoro e passano oltre". Nel corso degli anni la guerrilla gardener madrileña ha ripopolato ambienti inospitali, spazi in cui il verde è stato sconfitto da una cementificazione sfrenata. "Per me il Guerrilla Gardening è un atto politico, una forma di opposizione non violenta all’urbanizzazione estrema: piantare fiori significa riappropriarsi dello spazio attorno a noi, della nostra città", aggiunge la guerrigliera del verde.

Chi attraversa la statale Vigevanese potrebbe incappare nei suoi oleandri dalle tinte vivaci, una nota di colore in un territorio in cui è il grigio ad aver guadagnato terreno. Ogni giorno la ‘giardiniera d’assalto’ visita le sue piante che, con tono amorevole, chiama i suoi "figli assetati"; l’afa estiva e le intemperie causate dal cambiamento climatico li stanno piegando e per questa ragione hanno bisogno di cure costanti. E Solè, con preoccupazione, riflette sul destino dei suoi “piccoli“, su quello della Terra e dei suoi abitanti. L’attivista, con la tenacia che da oltre 30 anni la spinge a prendersi cura della natura, non si abbatte: "È giunto il momento di fare qualcosa di concreto per l’ambiente: i piccoli gesti possono davvero fare la differenza. Ma dobbiamo sempre ricordarci una cosa: è solo salvando la Terra che riusciremo a salvare noi stessi".