
La chiesa di San Martino a Rivalta dove domani si terranno in forma privata i funerali di Giorgio
Piacenza, 7 settembre 2025 – Era un re del popolo Giorgio Armani, figlio di una terra sospesa tra i campi e le colline, dove i sapori e le tradizioni si imparano fin da piccoli e restano per la vita. Lo stilista che ha girato il mondo tornerà, a novantuno anni, a riposare per sempre nella Piacenza da cui il suo cuore non si è mai mosso.

Quando si faceva vedere libero dai suoi impegni e dalla mondanità, amava immergersi nelle sue radici più profonde. Un ragazzo di campagna che la madre venerata nutriva di tortelli con la coda, piatto fisso nel menu dei suoi Armani Caffè, e anolini.
Alla locanda del Falco di Rivalta, dove aveva abitato, si presentava sempre in maglietta blu e calzoncini per assaggiare il ricordo in forma di piatti tradizionali. Grande ed elegante la casa di Bettola, in Val Nure, che i turisti della domenica andavano ad ammirare da fuori, sperando, chissà, che lui comparisse sulla porta che si affaccia sulla piazza, a pochi metri dalla statua di Cristoforo Colombo, altro sognatore che i bettolesi considerano un illustre concittadino. Con chi incontrava Armani era sempre gentile e sorridente.
Chi lo ricorda apprezza lo stile e sussurra, a mezza voce, che avrebbe potuto investire magari di più su Piacenza. Nessuno, si sa, è profeta in patria e dunque occorrerebbe ricordare della sua filantropia e della sostanziosa donazione all’ospedale di Piacenza in piena pandemia. Generosità che non ostentava mai, in quel mix di riservatezza e successo che era la sua cifra.

C’è un piccolo ricordo che proviene dalla Bassa, ma dall’altra parte del Po, che tratteggia il personaggio cordiale e alla mano. Era il 1981 quando in una giornata assolata di primavera una Mercedes si stagliò all’orizzonte di una stradina di campagna vicino alla vecchia via Emilia, a Triulza frazione di Codogno, nel Lodigiano. La circostanza era risultata strana a Filippo Boffelli, allora giovane contadino che stava lavorando il fieno: da quella vettura uscì un uomo di mezza età, distinto, in giacca e cravatta, abbronzato.
"Ho bucato una gomma – disse –. Sarebbe in grado di cambiarmela?”. Boffelli non ci pensò due volte e, in pochi minuti, il nuovo pneumatico era al suo posto. Quell’uomo gli raccontò di trovarsi in zona per lavoro. Era andato in un bottonificio della Bassa. Prima di congedarsi estrasse dal portafoglio 50mila lire, sorrise e se ne andò. Un ricordo lontano che affiora alla memoria oggi, alla vigilia dell’ultimo viaggio di Armani, verso il silenzio del cimitero di Rivalta, dove riposa la madre.