Franco Anelli, giorno di lutto all’Università Cattolica di Milano. Delpini: “Passiamo dall’enigma al mistero”. Funerali a Piacenza

In mattinata, nell’aula magna dell’Ateneo, la preghiera e il ricordo di molti. Infine, un lungo applauso ha omaggiato il feretro che si è poi diretto nella cattedrale di Piacenza per le esequie

Franco Anelli, commiato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Franco Anelli, commiato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Milano, 31 maggio 2024 – Giorno di lutto all'Università Cattolica del Sacro Cuore, in concomitanza con i funerali del magnifico rettore Franco Anelli, morto lo scorso 23 maggio.

In mattinata, prima delle esequie, celebrate alle 15 nella cattedrale di Piacenza, la comunità universitaria si è ritrovata nell'aula magna della sede di Milano per un incontro di preghiera e di congedo, in cui - ha detto monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente dell'istituto Toniolo - "chiediamo di passare dall'enigma al mistero; dallo strazio alla consolazione". E una breve spiegazione: “L’enigma è l’incomprensibile che sconcerta, il non trovare spiegazioni nonostante il cercare, l’immaginare, lo speculare; l’enigma è lo smarrirsi di un pensiero troppo semplice, banale, intrappolato nel meccanismo di causa-effetto. Con questa fiducia preghiamo per il professor Anelli consegnato al mistero di Dio”. 

Dopo l'orazione di suffragio guidata da monsignor Delpini, ha preso la parola, in rappresentanza di una "comunità studentesca ferita e inquieta" per la morte del rettore, la rappresentante della facoltà di Giurisprudenza, Elisabetta Del Campo, che ha ricordato ricordando "l'intelligenza ironica e la brillantezza di pensiero" del professor Anelli.

Il direttore generale dell'ateneo, Paolo Nusiner, ha voluto invece evidenziare "la lungimiranza e la visione" del rettore scomparso, per il quale "l'Università Cattolica non è stata solo un luogo di lavoro. E' davvero un patrimonio grande e prezioso che ci lascia e che siamo chiamati a declinare nel nostro impegno quotidiano".

"I numerosi messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni da tutto il mondo testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, io perdo un amico affettuoso", ha detto in un ricordo particolarmente commosso il pro-rettore vicario, prof. Pier Sandro Cocconcelli. "Davanti alla sua morte - ha aggiunto - siamo rimasti sgomenti e stupiti. Ora, dal nostro dolore, dobbiamo rinnovare le ragioni per proseguire con un nuovo slancio, nel ricordo di un rettore generoso e lungimirante".

Infine ha preso la parola il cardinal Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, a nome della quale ha espresso "la vicinanza e la partecipazione al dolore di tutta la comunità dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, la nostra e amata Università".

Tutta in piedi l'Aula Magna dell'ateneo, al termine dell'incontro ha omaggiato con un lungo applauso il feretro del professor Anelli. 

Il funerale a Piacenza

Alle 15, una Cattedrale gremita, a Piacenza, ha dato l’addio a Franco Anelli. Il rito funebre, al quale hanno partecipato tantissimi studenti e il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, è stato presieduto da S.E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che durante l'omelia ha voluto ricordare "la figura insigne" dello stimato rettore.

“Una settimana fa - ha detto Giuliodori in apertura della sua omelia – siamo rimasti tutti attoniti e sconvolti nell'apprendere la notizia della morte improvvisa e tragica di Franco Anelli. In questi giorni il nostro animo è stato affranto dal dolore e tante domande hanno agitato il nostro cuore e la nostra mente. Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l'atteggiamento più consono e appropriato”. Intanto, “il silenzio e il rispetto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile - ha sottolineato Giuliodori -. Ci siamo trovati improvvisamente davanti al mistero più profondo e insondabile dell'esistenza umana”.

Monsignor Giuliodori ha voluto inoltre ricordare “il tanto bene” che il rettore Anelli ha fatto: “Non dobbiamo domandarci perché se n'è andato quanto piuttosto che cosa è venuto a fare e che cosa ci lascia. Non penso di esagerare, infatti, e ritengo di avere il vostro più ampio assenso, se dico che il professor Anelli è stato un rettore che l'appellativo 'Magnifico' lo ha meritato davvero e lo ha interpretato nel migliore e più alto dei modi. Un titolo non solo onorifico dovuto al ruolo e alla tradizione accademica, ma una qualifica che il professor Anelli ha davvero onorato e tradotto in una gestione dell'Ateneo dei cattolici italiani intelligente, dinamica, competente e lungimirante”.

Anche se lo stesso Anelli "si sarebbe schernito con la sua pungente autoironia, non possiamo non rendergli l'omaggio che merita per tutto ciò che ha fatto con grande generosità e saggezza a servizio di un Ateneo di cui si considerava figlio grato e di fronte al quale aveva assunto, in momenti non facili, la piena e gravosa responsabilità - ha sottolineato Giuliodori -. Davvero grandi sono i suoi meriti: dalle vicende del Policlinico A. Gemelli, risanato e rilanciato ai vertici della sanità e della ricerca a livello nazionale e internazionale, ai momenti difficili della pandemia affrontati con grande determinazione ed efficacia; dal rinnovamento e rilancio di tutte le sedi, con progetti innovativi e ambiziosi, alla crescente internazionalizzazione”.

L'omelia ha poi ricordato “la sua personale statura scientifica in ambito giuridico e le molteplici iniziative culturali che hanno dato sempre più prestigio all'Ateneo” nonché le “significative celebrazioni per il centenario al sapiente contributo dato alla missione educativa dell'Ateneo, come rilevato in questi giorni nelle espressioni di cordoglio del Santo Padre Francesco e di tante personalità del mondo ecclesiale” e la “realtà accademica e della società civile che ringraziamo ancora una volta per la vicinanza, l'affetto e la preghiera”.

Infine, Monsignor Giuliodori ha speso delle parole per celebrare il "tratto umano, fatto di simpatia, rispetto e brillante interazione con tutti” di Anelli. “Ci sarà modo di esprimere a tempo debito e nelle modalità più appropriate tutta la nostra stima e riconoscenza per il suo straordinario contributo dato all'Ateneo e, in diversi ambiti, alla vita del Paese - ha aggiunto -. La scomparsa improvvisa ci rattrista profondamente ma non scalfisce la sua statura e la sua opera. Anzi rende il suo lascito ancora più prezioso e più impegnativo per tutti noi”.