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Fondazione Rava, 25 anni. Classica e pop in Duomo per soccorrere gli ultimi: "Salviamo i bimbi di Haiti"

La testimonial Arisa: scene da film dell’orrore, non si può stare in silenzio

La testimonial Arisa: scene da film dell’orrore, non si può stare in silenzio

La testimonial Arisa: scene da film dell’orrore, non si può stare in silenzio

di Edoardo CassanelliMILANOLa sera del primo ottobre, all’interno del Duomo, la musica classica incontrerà la musica pop. Un mix di generi in occasione di un anniversario: i 25 anni della Fondazione Francesca Rava che ieri, all’archivio della Veneranda fabbrica del Duomo, ha presentato il programma del concerto. Protagoniste saranno le cantanti Amii Stewart, Arisa e Paola Turci, che scateneranno la loro voce. In programma anche le performance dei pianisti Giuseppe Arezzo e Giuseppe Barbera, dei Musici cantori di Milano e dei Cameristi della Scala, pronti a far rivivere il genio di Antonio Vivaldi suonando i suoi concerti per due violoncelli e per quattro violini.

Nata nel 2000 con l’obiettivo di offrire migliori condizioni di vita ai bambini e alle famiglie in difficoltà, la Fondazione Rava è diventata un punto di riferimento sia in Italia che in molti Paesi poveri del pianeta: un grande esempio di volontariato che combatte la fame e offre cure ospedaliere, progetti di assistenza, di educazione e adozioni a distanza. "Venticinque anni di lavoro basati sul voler fare silenziosamente, attraverso i nostri princìpi di eccellenza, integrità morale e rispetto della dignità di chi aiutiamo", spiega Mariavittoria Rava, sorella di Francesca e guida della fondazione, che resta attiva su più fronti caldi, come Gaza e l’Ucraina, grazie alle migliaia di volontari in prima linea, che toccano con mano ogni giorno atroci realtà. Un impegno in nome dell’amore come responsabilità nel prendersi cura degli altri, ben dimostrato durante il Covid, con il supporto a 30 ospedali in 11 regioni d’Italia.

Il ricavato delle vendite dei biglietti verrà devoluto all’ospedale Saint Damien di Port-au-Prince, capitale di Haiti, l’unico in tutta la nazione a essere pediatrico e gratuito. Si tratta di un centro di cura che salva la vita a 80mila bambini l’anno, nato proprio dalla volontà della Fondazione Rava. La piccola nazione caraibica è in uno stato di emergenza continua da tempo: ancora si può percepire la devastazione provocata dal terremoto del 2010 e da diversi uragani che si sono abbattuti sull’isola. Per non parlare poi della sanguinosa instabilità politica, incominciata con l’assassinio del Presidente Jovenel Moïse nel 2021 e acuita dalla violenza di predoni e bande armate. "Ad Haiti è in corso un olocausto silenzioso. Nessuno tiene conto di questa terra perché non ci sono interessi politici. Ma Haiti resta nel nostro cuore ed è per questo che le dedichiamo il concerto", continua Rava.

"Sono stata ad Haiti e lì ho visto cose che credevo fossero solo nei film. Ricordo ancora le scatole delle scarpe usate per metterci dentro i bambini che non ce la facevano. Mi sono avvicinata di più alla fondazione e ho conosciuto persone che non si fermano davanti a niente. Non possiamo essere sazi, strabordanti e parlare a vanvera quando c’è chi non mangia e non beve. Bisogna riempire i vuoti", commenta Arisa, diventata un simbolo di testimonianza per la fondazione. Le fa eco Amii Stewart, sottolineando come sia doveroso aiutare chi vive in condizioni di difficoltà e rammentando che "se gli anziani sono la nostra memoria, i bambini sono il nostro futuro".