Omicidio di Fausto e Iaio, Bruno Tinelli: “Gli esecutori materiali si conoscono, va riaperto il caso”

I due giovani militanti del centro sociale Leoncavallo furono uccisi nel marzo di 45 anni fa. Oggi il sottosegretario Frassinetti (FdI) ha deposto un mazzo di fiori al liceo Brera

Lorenzo "Iaio" Iannucci e Fausto Tinelli (Archivio)

Lorenzo "Iaio" Iannucci e Fausto Tinelli (Archivio)

Da 45 anni due ragazzi attendono giustizia. Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci erano due militanti del centro sociale Leoncavallo, negli anni segnati dal conflitto nelle piazze fra destra e sinistra. Furono uccisi il 18 marzo 1978, in via Mancinelli, poco distante dalla storica sede del ritrovo della sinistra alternativa milanese.

Furono affrontati da tre persone ed eliminati a colpi di pistola. Non c’è una sentenza in cui sia scritto chi siano stati gli esecutori materiali. E nemmeno se ci fossero dei mandanti. Nel 2000 il caso è stato archiviato. Le piste accumulatesi nel corso degli anni sono rimaste, appunto, solo piste, almeno per la giustizia dei tribunali: quella legata all’assassinio compiuto e ideato da militanti dell’estrema destra, la più accreditata, in cui hanno fatto la loro comparsa nomi “pesanti” del neofascismo anni ‘70 come quello di Massimo Carminati e Mario “Marione” Corsi, così come quelle che si annodavano al caso Moro o a un dossier che i due ragazzi avrebbero raccolto sulla vendita di eroina a Milano. 

Ora i familiari, in particolare Bruno Tinelli, fratello di Fausto, anche in occasione della commemorazione tenutasi oggi, lunedì 3 aprile, al liceo Brera, a cui ha partecipato anche il sottosegretario Paola Frassinetti (Fratelli d'Italia), tornano a fare pressing per chiedere giustizia. E la possibilità di riaprire il caso.

La richiesta

“Se si riesce a mantenere la memoria viva sull'omicidio di Fausto e Iaio, magari è utopico ma noi familiari crediamo ancora in un processo per avere giustizia. Perché si sa tutto – ha detto Bruno Tinelli – Chi sono gli esecutori materiali si sa, basta solo avere la volontà di riaprire il caso”.

Poi parole di riconoscimento, anche a sedare ogni possibile polemica di un oggi che appare comunque molto distante da uno ieri segnato dal piombo e dal sangue. “Questo 18 marzo sono stati 45 anni e ancora non abbiamo avuto giustizia – ha detto Tinelli - Ringrazio le istituzioni, qualsiasi sia il colore: strisce, quadretti, rosso, bianco o nero”.

L’iniziativa

La famiglia non si arrende, quindi, e a oggi sta “lavorando proprio per aprire una commissione che dopo 45 anni possa fare luce” su quanto accaduto. “Chi conosce la storia sa come sono andati i fatti, sa i depistaggi e sa tutto quello che abbiamo subito – afferma il fratello di Fausto – Quarantacinque anni sono passati, ne abbiamo subite di ogni: sarebbe ora che qualcuno facesse qualcosa per questi due ragazzi uccisi a 18 anni, al di là della politica”.

L’omaggio

Questa mattina, lunedì 3 aprile, si è tenuta una commemorazione al liceo artistico Brera, la scuola frequentata da Fausto. Il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti, milanese, all’epoca “dall’altra parte della barricata” rispetto a Fausto e Iaio, ha portato un mazzo di fiori sotto la targa che ricorda la morte di Tinelli.

“Lo avevo preannunciato quando il 13 marzo avevo portato i fiori nella scuola di Sergio Ramelli. Mi sembrava doveroso rendere omaggio a questi ragazzi barbaramente strappati alla giovinezza – ha detto – Ho voluto ricordare Fausto nella sua scuola, ucciso a 18 anni mentre andava ad un concerto assieme al suo amico Lorenzo Iannucci, anche lui morto nella stessa circostanza. Ricordare affinché queste violenze tra giovani che hanno insanguinato l'Italia non accadano mai più, ringrazio il fratello di Fausto Tinelli che ha partecipato con me alla commemorazione". 

E a chi gli ha chiesto se gli avesse fatto piacere il ricordo di oggi, Bruno Tinelli ha risposto “assolutamente”.

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