
La sindaca Anna Varisco: «Occorre valutarne il possibile impatto. e gestirlo»
Il fronte del "no" si organizza. Da un lato il flashmob del Nuovo Fronte Italiano, che ha protestato in via Meda, proprio davanti a quello che sarà il nuovo centro islamico di Paderno Dugnano. "Alzatevi e manifestate, perché questa moschea diventerà la più grande d’Italia", la denuncia che ricalca quella che per dieci anni il centrodestra ha urlato a Sesto San Giovanni. In consiglio comunale, invece, il centrodestra ha formalizzato la richiesta di una seduta aperta, per portare non solo in aula l’argomento ma soprattutto per dare la possibilità di dibattito alla cittadinanza. Al momento l’unica convocazione arrivata è quella ordinaria di oggi, in cui è prevista la discussione di due interrogazioni proprio sulla questione del centro islamico. Le polemiche sono esplose circa un mese fa, quando la comunità musulmana ha acquistato un ex capannone di via Meda, che ospitava la sede dei Testimoni di Geova.
Un cambio di funzione che ha destato anche qualche preoccupazione nel quartiere e in città. Preoccupazioni portate poi nella prima seduta della consulta territoriale di Palazzolo Milanese. "La presenza di un centro musulmano non implica per forza affollamento, insicurezza o perfino degrado - ha spiegato la sindaca Anna Varisco, rispondendo in quell’occasione -. Non si tratta di discutere della legittimità o meno della compravendita, perché è regolare. Né della religione perché ciascuno ha il diritto, lo dice l’articolo 19 della Costituzione, a professare la propria fede. Occorre valutarne il possibile impatto e gestirlo. Dobbiamo lavorare insieme su questo, esprimere a chi andrà a fare attività in quel luogo di via Meda e anticipare i possibili problemi: parcheggi, orari, affluenza, il decoro". Da parecchi mesi gruppi di religione musulmana si stavano muovendo per cercare una sede. "Solo uno ha chiesto di incontrarci per farsi conoscere. Si tratta dell’associazione che ha acquistato e che opera da anni con il Comune di Milano, con la nostra Diocesi, che siede ai tavoli istituzionali e che inviteremo a raccontare il suo progetto, per metterlo in dialogo con noi, con le nostre preoccupazioni, per trovare soluzione ai possibili problemi". La.La.