
Squadre della Polizia di Stato e agenti della Penitenza nei pressi del carcere minorile Beccaria
Milano, 27 luglio 2025 – Era arrivato al Beccaria il 18 luglio dopo un arresto per rapina. Nove giorni dopo, è scappato. Il detenuto di origini marocchine è fuggito dal cortile di passegggio del carcere minorile, per poi scavalcare la recinzione e ritrovarsi in strada.
L’ennesima evasione dall’istituto di via Calchi Taeggi è andata in scena alle 18.40 di ieri. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno subito dato l’allarme, che è stato girato dalla centrale operativa della Questura agli equipaggi delle Volanti che stavano pattugliando quella zona della città.
La caccia
“È importante assicurare alla giustizia il fuggitivo, per il quale questa evasione costerà anche in termini di allungamento di pena – il commento di Donato Capece, segretario generale del sindacato Sappe –. Una scelta assurda e senza senso, rispetto alla quale è opportuno rimandare ogni commento fino alla cattura dell’evaso”.

I precedenti
L’episodio di ieri sera non è che l’ultimo capitolo di una storia infinita. Quella del Beccaria, che ormai da anni non trova pace. Tre settimane fa, quattro reclusi avevano dato vita a una rivolta prima di rientrare in cella, aggredendo le guardie armati di mattonelle e “distruggendo luci, telecamere e suppellettili” come denunciato in quell’occasione dalla sigla Sinappe. Scene simili il 22 aprile, quando due agenti erano stati feriti da alcuni detenuti che protestavano contro il trasferimento di un ragazzo in un altro carcere.
Un mese prima, il 24 marzo, era scoppiato un incendio al secondo piano: in quattro – un recluso e tre guardie penitenziarie – erano state trasportate in ospedale per una lieve intossicazione da fumo. Poco meno di un anno fa, a inizio settembre, in quattro riuscirono a fuggire, scavalcando il muro di cinta e sparendo nel nulla.