LAURA LANA
Cronaca

Bresso, la protesta del comitato: "Nelle vasche di laminazione i controlli sono insufficienti"

"Liquami non puliti, operazioni di risanamento sbrigative e acque che restano torbide". I cittadini temono rischi per la salute. E chiedono che i risultati delle analisi siano pubbliche.

"Liquami non puliti, operazioni di risanamento sbrigative e acque che restano torbide". I cittadini temono rischi per la salute. E chiedono che i risultati delle analisi siano pubbliche.

"Liquami non puliti, operazioni di risanamento sbrigative e acque che restano torbide". I cittadini temono rischi per la salute. E chiedono che i risultati delle analisi siano pubbliche.

Liquami non puliti, operazioni di risanamento sbrigative, acque torbide. E un Comune, quello di Milano, che ha rifiutato la richiesta del comitato Bresso No Vasca, vidimata dalla Regione, di monitorare i fanghi volta per volta, rendere pubbliche le analisi, controllare a ogni riempimento la qualità dell’aria. "La Regione aveva accolto questa estate le nostre istanze di monitoraggio sistematico della vasca di laminazione e della sua componente inquinante, perché le condizioni dell’impianto lo richiedono. Abbiamo ricevuto un documento di risposta da parte del Comune di Milano che è un vero muro e non si comprende il motivo". A raccontarlo è Matilde Minella, portavoce del comitato, che nei giorni scorsi ha organizzato un presidio proprio davanti alla struttura con tanto di dossier. "Il municipio ha annunciato che non farà niente al di fuori di quello che è già stabilito, vale a dire sporadiche relazioni di monitoraggio. Da un anno e mezzo, cioè dall’entrata in funzione dell’invaso, sono stati effettuati solo due singoli campionamenti quando funziona il laghetto di acqua di falda. Significa che non sapremo mai cosa contengono i resti di detriti e liquami e non sapremo mai lo stato di qualità dell’aria". I residenti, però, non si arrendono. "Chiederemo conto di questa scelta. Vogliamo leggere questi dati perché il diritto alla salute è troppo importante e vivere su questa vasca non lo garantisce – sottolinea Minella -. Parliamo di un’area addossata ad abitazioni con 2mila persone a 30 metri di distanza scarsi e a due scuole dell’infanzia, un’area molto fruita da cittadini, che resta non pulita per diversi giorni senza un controllo ambientale". Dopo tre settimane di chiusura, il 21 e il 28 agosto la vasca è tornata a riempirsi con le acque del Seveso, "la cui qualità è persino peggiorata negli ultimi anni, come ci è stato spiegato. Dopo ogni riempimento, per cinque o sei giorni la vasca rimane piena di fanghi e di liquami, sicuramente inquinati. Perché non sono state attivate immediatamente le operazioni di pulizia? Quello che faremo è una nuova comunicazione ufficiale: scriveremo ancora a tutti gli organi istituzionali di monitoraggio e controllo, dicendo che non è accettabile questa risposta del Comune di Milano, che lascia la vasca in gravi condizioni di degrado igienico-sanitario”.

Laura Lana