
Il cantautore Alex Britti, 57 anni, finito nel dossieraggio della società Equalize
"Avevo il timore di attacchi, ma mai avrei pensato potessero arrivare a quanto è emerso dall’inchiesta (...), temo che si sarebbero potuti spingere a creare delle false prove contro di me non avendo trovato nulla col dossieraggio". Sono le parole messe a verbale come testimone, davanti ad inquirenti e investigatori, dal cantante Alex Britti, una delle vittime del gruppo delle cyber-spie di Equalize. Per i pm, il "committente" dello spionaggio ai danni del cantautore sarebbe stato Fulvio Pravadelli, ex Publitalia e dg della Veneranda Fabbrica del Duomo, il quale avrebbe chiesto agli uomini dell’agenzia di investigazione "di acquisire informazioni pregiudizievoli" su di lui, mentre si stava separando da sua figlia. Il verbale dell’audizione come teste di Britti, del 12 maggio scorso, è tra gli atti depositati con la chiusura del primo maxi filone dell’inchiesta a carico di 15 persone, tra cui non figura Pravadelli. "Equalize nei miei confronti ha avuto tre fasi - ha spiegato il chitarrista davanti al pm Francesco De Tommasi - La prima relativa al dossieraggio Sdi, che ha evidenziato solo il precedente di polizia del 1991 (...) questione che si è risolta senza conseguenze. La seconda fase dei pedinamenti e del controllo di polizia. E la terza fase, che per fortuna non si è concretizzata credo anche grazie al vostro intervento". Al pm che gli ha chiesto se si fosse accorto dei pedinamenti, Britti ha risposto: "No, zero". Britti ha raccontato che, quando è venuta a galla l’inchiesta e ha scoperto che sarebbe stato uno dei bersagli, non ci dormiva "la notte, vado a leggere gli indagati, chi sono". Quando il suo nome è rimbalzato sui media "m’ha preso un colpo - ha detto - poi dopo ho scoperto tutto (...) che rischi, perché essere fermato dalla polizia, essere pedinato cioè...Tra le oltre 200 imputazioni della recente chiusura indagini c’è anche un presunto "accesso abusivo", nel gennaio 2023, nella banca dati Sdi delle forze dell’ordine, per raccogliere illecitamente informazioni sul cantante. Chiusura che, però, non ha riguardato Pravadelli, indagato come molti altri presunti clienti del gruppo di Equalize. Britti nel suo verbale ha fatto anche un collegamento con la vicenda dello spionaggio ai danni di Marcell Jacobs messo in atto, stando alle indagini, da Giacomo Tortu, fratello dell’altro velocista Filippo. "Il padre di Tortu - ha detto - credo che lavorasse anche lui in Publitalia con Fulvio" Pravadelli. Ha parlato, poi, del controllo a cui furono sottoposti lui e il suo manager in stazione Centrale, emerso dagli atti. "Ci hanno solo chiesto i documenti, non ci hanno perquisito, erano due agenti della Polizia di Stato in divisa (...) mi hanno riconosciuto e mi hanno salutato affettuosamente". Ha messo a verbale, poi, che il suo legale nella causa di separazione "mi diceva di essere stato avvicinato da qualcuno, di prendersela con calma con Pravadelli", che Britti ha definito una "persona molto influente". E nella testimonianza si parla pure di una "registrazione" nei suoi confronti ad un "evento a Roma" nel 2023: "Fulvio dice che c’è una registrazione in merito - ha spiegato - ma non credo sia vero"