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Morto Enrico Valenti, il papà di Uan a Bim Bum Bam: il buffo pupazzo rosa tra i più amati dai bambini

Originario di Milano, aveva 71 anni. Nel 1980 aveva fondato il Gruppo 80 insieme a Kitty Perria, una compagnia di animazione che diventò un laboratorio magico. Numerosi messaggi di affetto e cordoglio sui social

Enrico Valenti e il pupazzo Uan (Foto Facebook Gruppo80)

Enrico Valenti e il pupazzo Uan (Foto Facebook Gruppo80)

Milano, 16 luglio 2025 – Lutto nel mondo della televisione: è morto Enrico Valenti, papà di Uan (ma anche di Four, Five e Ambrogio), l’iconico pupazzo rosa della trasmissione per bambini ‘Bim, Bum, Bam’. Valenti aveva 71 anni, era originario di Milano, dove viveva, e si è spento a seguito di una malattia incurabile. Nel 1980 aveva fondato il Gruppo 80 insieme a Kitty Perria, una compagnia di animazione che diventò un laboratorio magico.

L’affetto e il ricordo sui social

Numerosi i messaggi di ricordo e cordoglio sui social apparsi subito dopo la triste notizia. Tra i primi il Gruppo80, che su Facebook ha pubblicato alcune fotografie che immortalano Valenti insieme a Uan: “Ciao Enrico, sarai per sempre nei nostri cuori”. E la pagina dei fan di Cristina D’Avena: “Negli anni migliori della televisione per ragazzi Valenti ha dato vita ai nostri amati pupazzi parlanti: Five, Uan, Four, Ambrogio, Cirillo e tanti altri. I mitici personaggi che con la loro irresistibile simpatia hanno rallegrato le nostre giornate, regalandoci sorrisi, divertimento e spunti di riflessione. Ci stringiamo intorno ai cari di Enrico Valenti con un immenso abbraccio”. 

Non mancano amici e colleghi: “Enrico era veramente buono, buono di carattere, buono di cuore, buono davvero, aveva tanto amore dentro che riversava nei suoi cari, nelle sue conoscenze e nel suo lavoro. Arrivato alla pensione, aveva creato un laboratorio dove insegnava e spiegava quello che era stato il suo percorso a chi volesse intraprendere una carriera simile, con i suoi tutorial dispensava consigli e spiegazioni dettagliate nei minimi particolari, senza tralasciare nulla. L’ho conosciuto praticamente per caso ed era nata un’amicizia, una disponibilità unica, tanto che settimanalmente ci scambiavamo messaggi o chiamate, un uomo onesto, sincero d’avvero d’altri tempi, entrato in punta di piedi per non fare rumore e uscito nel silenzio più assoluto e allora ti saluto con l’ironia che ti ha sempre contraddistinto, nel bene e nel decorso della malattia, ciao amico”, si legge in un post. E in un altro: “La sua fantasia, il suo genio visionario e la sua capacità di dare vita a pupazzi carichi di umanità hanno segnato un’epoca della televisione italiana, trasformando l’intrattenimento in qualcosa di vitale. Oggi salutiamo non solo un artista, ma un pezzo della nostra infanzia. Grazie, Enrico, per averci insegnato che anche i pupazzi hanno un’anima”.

Il pupazzo Uan

Uan, il pupazzo animato di peluche rosa con il ciuffetto fucsia simile a un cane, è stato compagno dei pomeriggi di milioni di bambini italiani. Ha fatto il suo debutto in televisione nel 1983 ed è rimasta la mascotte del programma fino al 1999.

Creato e realizzato da Kitty Perria ed Enrico Valenti, Uan veniva fatto muovere grazie agli animatori del Gruppo 80 e a dargli la sua inconfondibile voce era Giancarlo Muratori, che divenne in seguito anche uno degli autori del programma. Poi dopo la sua morte, la voce di Uan fu quella di Pietro Ubaldi.

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Famosi i botta e risposta tra il presentatore Paolo Bonolis e il pupazzo-mascotte che divertivano tantissimo i bambini (Uan lo chiamava "Pìolo" un po' affettuosamente e un po' scherzosamente). Dopo l'addio di Bonolis al programma, Uan continuò ad essere protagonista della trasmissione affiancando gli altri conduttori, tra cui spiccano i nomi di Manuela Blanchard, Carlo Sacchetti, Debora Magnaghi, Carlotta Pisoni Brambilla, Roberto Ceriotti, Marco Bellavia, Alessandro Gobbi, e Licia Colò.

Una delle caratteristiche dei siparietti recitati da Uan e dai conduttori è stata quella di passare abbastanza rapidamente da semplici intermezzi, atti ad annunciare il cartone animato seguente o a promuovere prodotti degli sponsor, a vere e proprie mini-storie dotate di una loro coerenza interna e, a volte, di una vera e propria continuità per cui le vicende di una puntata potevano influenzare le seguenti e così via. Sfoggiava la sua natura canina quando si difendeva dagli schiaffi e simili di Paolo Bonolis, morsicandogli le braccia.

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Bim, Bum, Bam

Inizialmente trasmesso sull'emittente televisiva del gruppo Rusconi, Antenna Nord, il programma divenne dal 3 gennaio 1982 parte del palinsesto di Italia 1, nuova emittente di Rusconi poi acquisita dalla Fininvest di Silvio Berlusconi nel 1983. Il programma restò nel palinsesto della rete fino al 1991, quando passò su Canale 5; ritornò su Italia 1 dal 1997 fino al termine nel 2002. La trasmissione fu sempre posizionata nella fascia tra le 16 e le 18, con piccole variazioni nel corso degli anni, mentre nei mesi estivi andava in onda in forma ridotta con repliche di varie serie animate senza interventi in studio.

La trasmissione, nella sua conformazione più popolare, era contraddistinta da alcuni sketch dei conduttori che venivano trasmessi tra un cartone animato e l'altro; il contenitore lanciò soprattutto cartoni animati di produzione sia statunitense che europea (tra i quali: I Puffi, Snorky, Scuola di polizia, The Real Ghostbusters, Tazmania, L'ispettore Gadget, Tartarughe Ninja, Batman, Conte Dacula, The Mask, La fabbrica dei mostri, Chi la fa l'aspetti, Ti voglio bene Denver, Alvin rock 'n' roll, Jem e Siamo fatti così) oltre che anime giapponesi (come Kiss Me Licia, L'incantevole Creamy, Mila e Shiro, Il Tulipano Nero, Occhi di gatto, Holly e Benji, È quasi magia Johnny, Piccoli problemi di cuore e Sailor Moon).