NICOLA PALMA
Cronaca

La morte di Chamila, le coltellate al collega e quella ciocca di capelli: il film horror minuto per minuto

Milano, il piano omicida di Emanuele De Maria ricostruito dall’inizio: dall’incontro con la donna che voleva lasciarlo al gesto estremo dalle Terrazze del Duomo. In tasca dell’assassino i resti della vittima

La morte di Chamila, le coltellate al collega e quella ciocca di capelli: il film horror minuto per minuto

Milano – Emanuele De Maria voleva togliersi la vita subito dopo aver accoltellato il collega egiziano Hani Nasr . Gli approfondimenti dei poliziotti della Squadra mobile, coordinati dal pm Francesco De Tommasi e dal dirigente Alfonso Iadevaia, hanno accertato che il trentacinquenne napoletano, che il giorno prima aveva ucciso con due fendenti al collo la cinquantenne italo-cingalese Chamila Dona Arachchilage Wijesuriya, si è recato alla biglietteria del Duomo alle 12.30 di sabato, quindi a poco più di sei ore dal raid di via Napo Torriani. Probabilmente, però, non ha trovato disponibilità di ticket per quel giorno e ne ha acquistato uno per la domenica: alle 13.40, si è lanciato nel vuoto dalle Terrazze della Cattedrale, precipitando sul marciapiedi di fronte alla Rinascente. In tasca aveva la fototessera staccata dalla carta d’identità di Chamila e una bustina con una ciocca di capelli strappata post mortem alla donna con cui aveva una relazione.

Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell'hotel Berna di Milano uccisa al Parco Nord di Milano da Emanuele De Maria: l'uomo, in questo frame, è immortalato in metropolitana con il cellulare e la borsa della donna da poco uccisa
Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell'hotel Berna di Milano uccisa al Parco Nord di Milano da Emanuele De Maria: l'uomo, in questo frame, è immortalato in metropolitana con il cellulare e la borsa della donna da poco uccisa

Il rapporto finito

Un rapporto che la barista dell’hotel Berna aveva deciso di troncare definitivamente. Una decisione che De Maria non ha accettato e a cui ha reagito con due coltellate alla base del collo e due incisioni sui polsi post mortem. Un altro femminicidio, a nove anni da quello commesso il 31 ottobre 2016 a Castel Volturno. Il lavoro di ricostruzione della polizia parte dalle 14.20 di venerdì, quando i due si sentono al telefono, quasi certamente per darsi appuntamento in un punto preciso. A quell’ora, il detenuto di Bollate con permesso di lavoro all’esterno dovrebbe già essere in albergo, visto che alle 14.30 inizia il turno alla reception che lo terrà impegnato fino alle 23.30; e invece è da tutt’altra parte, anche perché per lui quella violazione alle prescrizioni non rappresenta più un problema.

Mano nella mano

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Emanuele De Maria e Chamila Wijesuriya nelle ultime immagini insieme nelle riprese delle telecamere di Parco Nord a Milano

Alle 14.40, una telecamera intercetta i due alla fermata Ponale della M5: mano nella mano sulla banchina del metrò, restano lì per una decina di minuti. Poi escono in strada e forse prendono un tram per raggiungere la zona del Parco Nord, a poche centinaia di metri dall’abitazione di Chamila in via Gorki a Cinisello Balsamo. Alle 15.13, un occhio elettronico li immortala all’ingresso dell’area verde: camminano affiancati, con gli ombrelli aperti per ripararsi dalla pioggia. Poco dopo, avviene l’omicidio: dalle 15.30, l’app per il conteggio dei passi, installata sul telefono di lei, smette di dare segnali di movimento. Dopo averla uccisa, De Maria posiziona le mani di Chamila all’altezza dell’addome, unite, quasi a voler ricomporre il cadavere.

Le telefonate

Alle 17.36, l’uomo scende le scale del capolinea Bignami della lilla: non indossa più il k-way nero, ha solo una maglietta (e forse un’altra sotto che non si vede). Con la mano sinistra stringe la borsa di lei, con la destra tiene il cellulare appoggiato all’orecchio per chiamare prima la madre e poi la cognata. “Ho fatto una ca..., perdonatemi”, dice prima di disfarsi dello smartphone. Poco dopo, il telefono viene ritrovato da un addetto alle pulizie, che lo consegna al figlio diciassettenne della donna; da lì il minorenne e il padre si recano in caserma per presentare la denuncia che innescherà le prime verifiche sulla scomparsa dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal colonnello Antonio Coppola. Nel frattempo, De Maria è già lontano.

Le ultime fasi

Ricompare alle 5.20 di sabato in piazzale Bacone. Impiega venti minuti per arrivare in via Galvani, dove viene ripreso alle 5.40. Ha un indirizzo preciso da raggiungere: via Napo Torriani 18, sede dell’hotel Berna. Si piazza in attesa di qualcuno, della seconda vittima designata del piano killer: è il cinquantenne italo-egiziano Hani Nasr F.A., colpevole ai suoi occhi di aver messo in guardia la donna – da un decennio al suo fianco nel bar interno dell’albergo – dopo averla vista appartarsi con il detenuto. Alle 6.20, due telecamere riprendono l’assalto con un coltello da cucina: la prima, installata sul lato dell’ex Gintoneria, immortala l’inseguimento a piedi; la seconda, piazzata accanto all’ingresso del Berna, inquadra la lotta tra i due e i cinque fendenti sferrati in rapida successione, con una furia tale che la lama si spezza. F.A. resta in piedi e riesce a chiedere aiuto ai dipendenti in servizio a quell’ora, prima di finire a terra. De Maria si allontana verso piazza De Lellis, per poi percorrere via Tenca e via San Gregorio. In via Vittor Pisani se ne perdono le tracce. Alle 12.30 si presenta alla biglietteria del Duomo per comprare il tagliando per le Terrazze. Alle 13.40 di domenica, il volo nel vuoto.