
Praticamente un déja-vu: ieri, in Consiglio regionale, il centrodestra s’è spaccato di nuovo sull’immunizzazione dei bambini sotto l’anno contro...
Praticamente un déja-vu: ieri, in Consiglio regionale, il centrodestra s’è spaccato di nuovo sull’immunizzazione dei bambini sotto l’anno contro il virus respiratorio sinciziale, responsabile delle bronchioliti che in passato riempivano le terapie intensive neonatali e pediatriche. L’anno scorso, di questi tempi, si consumava in Giunta la crisi tra l’assessore tecnico Guido Bertolaso e l’azionista di maggioranza FdI, che si astenne sui 15 milioni per assicurare ai nati dal 1° gennaio l’anticorpo monoclonale (non è un vaccino) che li protegge dalle forme gravi di Rsv. Il tempo diede ragione all’assessore, con un calo drastico dei ricoveri e il ministero costretto a chiedere aiuto alla Lombardia e altre regioni lungimiranti per garantire il farmaco alle altre.
Un’altra estate sta finendo e ci risiamo: al Pirellone Forza Italia presenta una mozione, primo firmatario Jonathan Lobati (nella foto), a tema immunizzazione dal Rsv. Tre punti, e al due si parlava di sollecitare l’introduzione di un obbligo “vaccinale” nazionale: su questo s’è incistata la discussione, con gli alleati Lega, FdI e Lombardia ideale a proporre una riformulazione che stornasse il concetto sulla "sensibilizzazione" e FI a resistere. È finita che i tre punti son stati votati separatamente: l’uno e il tre (che chiedevano di chiedere al ministero di armonizzare i criteri di somministrazione e di offrire il vaccino anti-Rsv per adulti alle donne incinte) sono stati approvati, mentre l’obbligo s’è inchiodato sul 31 a 31, cioè 31 a favore – FI che ha votato con Pd, Iv e Patto Civico - e 31 astenuti - oltre al resto della maggioranza i tre grillini, che volevano più "evidenze scientifiche" ma comunque criticano la destra per essersi spaccata. E il forzista Lobati a dirsi "esterrefatto" dalla scelta degli alleati, "anche per una serie di aderenze legate al mondo no vax". Gi. Bo.