Milano – Pochi minuti alle 20 del 29 ottobre 2022, Vittorio Boiocchi torna a casa sullo scooter di un ultrà della Nord: scende, saluta e si incammina verso il portone di casa, in via Fratelli Zanzottera. Due sicari lo aspettano su una Kawasaki Ninja nera: il passeggero scende, gli va incontro e gli scarica addosso cinque colpi di pistola. Due vanno a segno: lo ’Zio‘, soccorso in fin di vita, muore in ospedale. La notizia corre rapidissima da Figino al Meazza: i leader della Nord sgomberano con la forza il secondo anello verde. È l’inchino al capo ucciso. Nei giorni immediatamente successivi, si apre la corsa alla successione. Le carte dell’indagine di Dda e Squadra mobile che due giorni fa ha smantellato le due curve raccontano che i primi a farsi avanti per riempire il vuoto di potere sono gli Irriducibili, gruppo di estremisti di destra legati agli Hammerskin e al movimento Lealtà-Azione. Stefano Del Miglio e Giacomo Pedrazzoli chiedono i conti alla cassiera Debora Turiello e notano un presunto ammanco di 13mila euro: inizialmente si pensa a un errore della ricevitoria che ha emesso i biglietti, ma poi si fa strada l’ipotesi di un coinvolgimento del braccio destro di Boiocchi, Andrea Beretta.
Il nuovo “frontman”
Nel giro di poche ore, ’Berro‘ spariglia: alla prima riunione del direttivo, a cui non può presenziare perché sorvegliato speciale, manda come portavoce Maurino Nepi e Marco Ferdico. Se il primo è lo storico vocalist della Nord, il secondo è un semisconosciuto: gravita nel gruppo dei Viking, ma non ha mai avuto prima di allora alcun ruolo attivo nella tifoseria organizzata. Il 13 novembre 2022, arriva l’investitura ufficiale per ’Marchino‘, che compare a ridosso della transenna del settore ospiti durante Atalanta-Inter: è lui il nuovo frontman degli ultrà. Qualcosa, però, è successo già il giorno prima: le intercettazioni rimandano la presenza di un nuovo personaggio sulla scena.
È Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima famiglia di ’ndrangheta della piana di Gioia Tauro, condannato a nove anni per associazione mafiosa: gli investigatori scoprono pian piano che l’uomo, in libertà vigilata, sta cercando di trasferirsi a Milano. Per gli investigatori di via Fatebenefratelli, coordinati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dai funzionari Nicola Lelario e Marcello Nunziato, è il campanello d’allarme che fa ipotizzare che la coppia Beretta-Ferdico si sia garantita una sorta di "appoggio esterno", una vera e propria "protezione" da un uomo dei clan. Totò u Nanu non perde tempo e si presenta a casa di Domenico Bosa, alias Mimmo Hammer, considerato vicino ai Pompeo di Bruzzano e leader degli Hammerskin: lo "spacchioso calabrotto" (copyright Del Miglio) fa capire senza troppi giri di parole che ha intenzione di acquisire un ruolo dominante in curva. Gli altri abbozzano, anche perché vogliono cercare di capire chi ci sia dietro.
L’ultimatum
Nel frattempo, Beretta fa un’altra mossa: chiede (anzi ordina con tanto di “scadenza” alle 16 del 16 novembre) ai capi di tutti i gruppi ultrà di consegnare i loro striscioni. Il progetto è quello di unificare l’intero settore dietro un’unica "pezza": quella di "Curva Nord Milano 1969", sul modello rossonero. E così accade. Proprio il 16, va in scena l’incontro tra Bellocco e Beretta: "Con te al mio fianco – dice il primo – due persone... già due non nominiamo... già due... combiniamo un macello". U Nanu chiarisce pure il contenuto del faccia a faccia con Bosa: "Gli ho fatto l’album... gli ho fatto la foto di famiglia", intendendo di aver sfoderato le parentele pesanti ("Mia mamma ha 25 anni di carcere fatto, 16 anni di 41-bis!"). Gli Irriducibili provano a opporsi: Bosa, informano le carte, cerca di contattare altri calabresi per frenare l’avanzata di Bellocco, ma alla fine è lui ad avere la meglio. La sintesi è tutta in un messaggio che Beretta invia a Pedrazzoli: "Voi allo stadio come ospiti, sottolineo come ospiti, potete sempre venire, figurati se io vi levo dallo stadio, allo stadio possono venire tutti, l’importante... sappiate che siete ospiti".
La cacciata degli Irriducibili
In realtà, gli Irriducibili finiscono fuori dal secondo anello verde, costretti a migrare dalla parte opposta dello stadio, nello spicchio blu storicamente occupato dagli ultrà milanisti. È la vittoria di Bellocco, che in un secondo momento tornerà a confrontarsi con gli sconfitti per riportarli indietro. Non prima di aver chiarito un concetto: "Tutti si sono avvicinati a voi, 187 famiglie hanno complicato la vera situazione perché si sono messi con i Santi Luca (persone di San Luca, ndr)... Santo Stefano... è stata un pochettino brutta là". Detto altrimenti: avete cercato di coinvolgere altre famiglie per mettermi i bastoni tra le ruote. E invece il compito di Totò è proprio quello di tenere lontani tutti dal business del Meazza. Fino al 4 settembre 2024, quando verrà assassinato proprio da Beretta a Cernusco sul Naviglio. Undici coltellate tra cuore e gola per mettere fine a un regno che sarebbe comunque crollato due settimane dopo, travolto dall’inchiesta di Antimafia e polizia.