Milano – Le indagini sulle curve di Inter e Milan hanno fatto emergere un modo sostanzialmente identico di gestire l’indotto nero del Meazza: biglietti, parcheggi, catering, merchandising. A un certo punto, dopo l’omicidio Boiocchi, i nerazzurri hanno mutuato dai cugini rossoneri pure l’unificazione dei gruppi ultrà dietro un solo striscione.
A leggere le carte dell’inchiesta, però, c’era un altro aspetto che legava i vertici dei due schieramenti, solo in apparenza contrapposti ma in realtà membri alla pari di un’alleanza per il denaro: le donne dietro la cassa. Di quella interista si è sempre occupata, seppur tra alti e bassi legati ai cambi di capi, Debora Turiello, finita ai domiciliari due giorni fa. Milanese di 40 anni, già gli accertamenti investigativi della Digos seguiti alla morte di Daniele Belardinelli ne avevano immortalato la presenza fissa al Baretto, quartier generale dei leader del secondo anello verde.
“La Turiello – si legge nella richiesta dei pm –, oltre a vantare una pluriennale militanza in Curva Nord, si distingue per le sue spiccate doti organizzative e lo scrupoloso puntiglio nell’adempiere i compiti a lei affidati, che le derivano dalla professione di titolare dell’omonima ditta individuale che offre servizi di consulente finanziaria e contabile”.
Con l’avvento di Boiocchi, la donna ha visto moltiplicarsi compiti e responsabilità, “che non si limitano più all’organizzazione delle trasferte, bensì si estendono all’ambito della gestione degli incassi derivanti dalle partite in casa”. Di più: Turiello, collaboratrice strettissima dell’addetto al bagarinaggio Renato Bosetti, viene nominata presidentessa dell’associazione We are Milano, la cassaforte travestita da onlus (con sede legale a casa sua al Corvetto) che la Nord userà per muovere contanti (risultano operazioni complessive per 174mila euro con l’Inter per l’acquisto in blocco di biglietti).
Dall’altra parte della barricata c’è Roberta G., responsabile della contabilità della Sud, daspata per un anno a seguito degli scontri seguiti alla finale di Coppa Italia tra Milan e Juventus del 21 maggio 2016. È lei a parlare direttamente con Luca Lucci per questioni legate ai tagliandi dello stadio; ed è sempre lei il 6 maggio 2023, dicono le indagini, a piazzarsi con due tavolini fuori da un bar di piazza Axum per rivendere biglietti a persone già indicate con nome e cognome su un foglietto di carta. Il 7 novembre 2023, dopo aver ceduto pure il suo ticket per Milan-Psg, prova a entrare senza titolo con Daniele Cataldo: allo steward che la ferma, risponde “Vuoi vedere che è più facile se vai via tu?”. Il giorno dopo, il padre commenterà così: “Un po’ prepotentina... come una che è proprietaria di un pezzo di San Siro”. Già.