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Gli alberi invasi dalla cocciniglia japonica, scatta il monitoraggio. Ma gli esperti della Regione rassicurano: “Nessun rischio per la salute”

Rho, le piante della città sotto osservazione. Smontato l’allarmismo sui rischi. Il primo caso in Europa si era registrato nel 2017 a Cerro Maggiore

La Takahashia Japonica è una cocciniglia importata dall’Oriente dai filamenti cotonosi che la fanno assomigliare a un piccolo verme

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Rho (Milano), 15 maggio 2025 – Rho “invasa” dalla cocciniglia Takahashia Japonica, un insetto infestante che pur non rappresentando un pericolo per la salute dell’uomo, lo è per le piante. È scattata così su tutto il territorio comunale un intervento finalizzato al monitoraggio della sua presenza e quindi del suo contenimento. Rho non è ovviamente l’unico Comune in cui si registra il problema, numerose tuttavia le segnalazioni arrivate all’Ufficio Verde e Arredo Urbano del municipio. D’accordo col Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia, è scattato un intervento di monitoraggio.  

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Nessun allarme 

La Takahashia Japonica (anche nota come cocciniglia dai filamenti cotonosi) è arrivata da relativamente poco tempo nel nostro Paese, e si riscontra per lo più su alberi ornamentali. Anche quest'anno sta infestando alcuni alberi sul territorio comunale di Rho. Sono numerose le segnalazioni pervenute all'ufficio Verde e Arredo urbano. I caratteristici ovisacchi bianchi, che vanno a ricoprire i rami delle piante non rappresentano un pericolo per le persone o per gli animali. 

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Piante fuori pericolo 

La presenza dell'insetto va valutata seguendo le indicazioni del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia, che così precisa: "La Takahashia japonica, non determina allo stato attuale particolari danni alle piante colpite. Tuttavia, in alcune situazioni in cui le popolazioni della cocciniglia sono particolarmente elevate possono verificarsi disseccamenti di rami".  A oggi non risultano morie di esemplari arborei di proprietà pubblica a causa di questo agente patogeno. Allo stato attuale non esistono però nemmeno metodi sicuri e certificati per debellare tale insetto: sono in atto numerose sperimentazioni ma nessuna di esse è stata certificata come risolutiva.

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Il primo caso a Cerro Maggiore 

La zona di Rho e dell’asse del Sempione si è ritagliata il primato d’essere la prima regione d’Europa dov’è stata registrata la presenza della Takahashia. Il primo caso risale al 2017 a Cerro Maggiore. Per poi diffondersi nei mesi e negli anni successivi anche nelle vicine province di Como, Varese e Monza. Il vento favorisce la sua diffusione naturale, specialmente nei casi di alberature monospecifiche utilizzate ai margini delle strade o nei parcheggi. La sua diffusione su brevi e lunghe distanze può anche essere passiva, tramite mezzi di trasporto o materiale vegetale infestato (come piante o residui di potature).