ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Choc a San Donato. Incendio nella notte muore tra le fiamme

Appartamento a fuoco, palazzina evacuata. I vicini: "Il 55enne teneva le tapparelle abbassate". .

L’alloggio del terzo piano andato a fuoco nella palazzina al civico 5 di via Caviago

L’alloggio del terzo piano andato a fuoco nella palazzina al civico 5 di via Caviago

È un uomo di 55 anni la vittima dell’incendio scoppiato mercoledì sera al civico 5 di via Caviaga, a San Donato. In un appartamento al terzo e ultimo piano di una palazzina di Metanopoli a due passi dalla metropolitana e la piscina ex Snam, le fiamme hanno avvolto un materasso e si sono poi propagate all’intera camera da letto, senza lasciare scampo a Emanuele Crippa - nato a Monza ma residente da una vita in quell’abitazione di San Donato - che al momento era solo in casa. Una delle ipotesi, ora al vaglio degli inquirenti, è che la vittima possa essersi addormentata con in mano una sigaretta accesa.

L’allerta è scattata alle 23.10. All’arrivo dei soccorritori, Crippa è stato estratto dalle fiamme già incosciente e in gravissime condizioni; dopo i tentativi di rianimazione sul posto, è spirato durante il trasporto all’ospedale di San Donato. L’intera palazzina, dove abitano 9 famiglie, è stata evacuata per motivi di precauzione. Terminate le operazioni di soccorso e spegnimento delle fiamme, gli inquilini hanno potuto far ritorno nei rispettivi alloggi, mentre l’appartamento della vittima è stato posto sotto sequestro, come di prassi in questi casi, in attesa di verifiche.

Stando ai racconti dei vicini di casa, dopo la scomparsa dell’anziana madre, con la quale divideva l’appartamento di via Caviaga insieme anche al fratello minore Mauro, camionista spesso in giro per lavoro, Crippa stava attraversando un periodo difficile: si era rabbuiato e chiuso in se stesso. "Lavorava all’Eni, ma ultimamente se ne stava a casa, taciturno e con le tapparelle abbassate - racconta la dirimpettaia, Teresa Di Maio -. Cercavo di parlargli e spingerlo a reagire, ma lui rispondeva a monosillabi. Poche ore prima che scoppiasse l’incendio, due amici erano venuti a trovarlo. Un paio di settimane fa era venuta anche una zia. È stata lei, mercoledì notte, ad avvisarmi che Emanuele non ce l’aveva fatta. Una storia molto triste".

"Un bel ragazzo, che, lo si intuiva, stava attraversando un momento particolare. Ho sperato fino all’ultimo che potesse salvarsi", dice Rossella Mancini, che abita nel palazzo accanto e ha assistito all’arrivo dei soccorsi, fra vigili del fuoco, ambulanze e carabinieri. Tra i vicini di casa della vittima c’è anche Sonia Zucconi, che racconta: "Sentivo un forte odore di bruciato, ma non ho pensato ad un incendio finché, alle 23.30, non ci è stato detto che dovevamo evacuare. Siamo rimasti all’esterno del palazzo fino al termine delle operazioni di soccorso. Non sapevo che quell’uomo fosse morto, è un dramma".

A testimoniare l’accaduto restano le finestre annerite sul retro del palazzo, nonché l’odore di bruciato che nella giornata di ieri si percepiva ancora nell’androne e lungo le scale, via via più intenso salendo verso il terzo piano.