SIMONA BALLATORE
Cronaca

La carica dei 12 dell’Omero: "Noi, controcorrente: non vogliamo essere i soli"

Per i prossimi due anni il liceo classico di periferia non avrà diplomati "Lasciamo il testimone ai ragazzi di terza e non ci arrendiamo: è un gioiello".

Viola Bertocchi e Francesco De Censo, all’uscita dal classico di via Gatti

Viola Bertocchi e Francesco De Censo, all’uscita dal classico di via Gatti

Sono in dodici i maturandi del liceo classico Omero, in zona Niguarda. "Poi passeremo il testimone direttamente agli studenti che saranno in terza a settembre. Ma speriamo che non siano loro a dover scrivere l’ultimo capitolo della nostra storia: l’Omero deve avere futuro". A settembre non ci saranno prime del classico di via Gatti, né seconde, né quinte. Ma non s’arrende il classico di periferia e i suoi primi strenui sostenitori sono proprio i maturandi che ieri hanno archiviato la versione di latino. "Non ci aspettavamo Cicerone, fa parte del programma di quarta, figuriamoci il Cicerone filosofo – commentano ai cancelli Viola Bertocchi e Francesco De Censo, i primi ad uscire –. Il tema dell’amicizia poteva sembrare banale, non lo era affatto". La maggior parte della classe ha atteso gli ultimi minuti per consegnare la traduzione e ripensare all’amicizia nata tra quei banchi.

"Siamo orgogliosi di essere tra i testimoni dell’Omero, non vorremmo essere gli ultimi", raccontano. "Io lo rifarei, anche se non c’entra con il percorso universitario che intraprenderò: mi iscriverò a Psicologia – spiega Viola –. Ma penso che questa scuola mi abbia preparato e dato basi solide. Ed è vero che il classico apre la mente. Qui abbiamo compagni che sono dei veri campioni di dialettica: potrebbero andare all’orale senza aprire il libro, incanterebbero solo con le parole", sorride Viola. Francesco studierà Scienze dell’educazione. "Ma rifarei anch’io il classico – conferma – anche se magari lo affronterei in modo diverso. Mi impegnerei di più nel biennio per mollare un po’ la presa nel triennio". La loro prima è stata tosta, ancora a singhiozzo per la pandemia. "E stare dietro al Greco e al Latino non è stato semplicissimo, ma abbiamo un corpo docenti grandioso, che tanti ci invidiano", sottolineano entrambi. Viola è arrivata tutti i giorni all’Omero dal centro, navigando controcorrente. Una compagna arriva dalla provincia di Pavia: impiega un’ora ogni mattina per raggiungere Niguarda. "L’Omero si sceglie", conferma Francesco. "Era anche la scuola di mio padre e mi piaceva l’idea di tornare in una zona che mi appartiene, dove abitano i miei nonni. Ho visto altri licei più vicini a casa, ma qui sono rimasta folgorata – aggiunge Viola –. Mi è subito sembrato un ambiente meno competitivo, la classe è piccola, sei seguito, tra compagni ci sosteniamo e si vive il liceo in modo sereno. In amicizia". Per restare su Cicerone. I ragazzi di quinta sono stati anche i pionieri di una nuova formula classica, che unisce al Greco e al Latino i beni culturali e le scienze e che è stata messa a sistema dopo di loro, per la futura terza e - si spera - per la prima del 2026.

Simona Ballatore