
Lunedì cominciano gli accertamenti tecnici irripetibili, le iscrizioni arrivano dopo le prime verifiche. La Procura ha fatto acquisizione di atti per capire quali i compiti e le responsabilità delle imprese.
"Il crollo dell’insegna di Generali dalla torre Hadid di City Life è figlio di un progetto con gravi criticità nel sistema di accoppiamento tra nodi sferici e bulloni-manicotti e alla società City Life spa è stato fornito un prodotto non adeguato sotto il profilo della sicurezza perché esposto – anche in ragione dell’azione degli agenti atmosferici e del vento – a rischio di rottura delle componenti metalliche e di crollo dell’intera struttura". Lo scrivono le pm Maura Ripamonti e Francesca Celle nell’avviso di accertamenti tecnici irripetibili dell’inchiesta per crollo colposo a carico di 10 indagati. Nell’indagine Generali Italia spa è la persona offesa.
Le pm che procedono per il reato di crollo colposo, hanno affidato ad alcuni consulenti l’incarico di individuare le cause dell’accaduto sul tetto dello "Storto", soprannome del grattacielo progettato da Zaha Hadid che assieme al "Dritto" di Arata Isozaki e al "Curvo" di Daniel Libeskind hanno ridisegnato lo skyline della città. Lunedì prossimo prenderanno il via gli accertamenti tecnici irripetibili. Le iscrizioni arrivano dopo le prime verifiche che hanno consentito di formulare alcune ipotesi, seppur senza riuscire a individuare la causa del crollo con certezza. Nelle scorse settimane, la Procura ha proceduto anche all’acquisizione di documentazione per valutare quali imprese, con rispettivi titolari e responsabili, fossero intervenute nella realizzazione della struttura, chi aveva eseguito i lavori e che si era occupato della manutenzione. Acquisizioni di carte utili per arrivare a iscrivere i primi nomi nel registro degli indagati, anche a loro garanzia proprio in vista della consulenza tecnica, alla quale potranno partecipare con i propri difensori. Tra i nomi c’è quello di Emiliano Cacioppo, amministratore delegato del colosso delle costruzioni Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi (CMB). Secondo l’ipotesi della Procura, Cacioppo non avrebbe vigilato sulla "Diligente esecuzione dell’appalto" da parte dell’azienda MBM srl.
Tra gli altri 9 indagati compaiono due ispettori che hanno trasmesso al responsabile delle manutenzione di Generali Real Estate le relazioni di "ispezione sull’opera", manager, progettisti, direttori lavori, e collaudatori della catena di subappalti per le società MBM, Euromeccanica di Franza Antonio & C sas, Tecnova System, MCI Montaggi Carpenterie Industriali di Previdi Mario. Nessuna delle aziende è indagata perché il crollo colposo non è un reato contemplato dalla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. La maxi insegna, che spuntava dai 177 metri del grattacielo e si elevava per altri 15, si era appoggiata sul tetto della torre di 44 piani, lo scorso giugno. "Abbiamo sentito un boato, simile a un forte tuono", avevano raccontato alcuni testimoni.