Sesto è ancora sotto shock dopo l’aggressione del pitbull alle gemelline di due anni e mezzo. Una delle due è stata anche azzannata dal cane e ha riportato gravi ferite, tanto da essere ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Niguarda. La piccola è sopravvissuta soltanto grazie al coraggio della zia che stava facendo da baby sitter alle due nipotine. Si è aperto dunque un dibattito sull’opportunità di catalogare l’animale come potenzialmente pericoloso (il famoso elenco di razze cancellato da Prodi e che oggi, dopo la sfiorata tragedia, il sindaco di Sesto rivanga) o particolarmente aggressivo.
A fare chiarezza sull’argomento ci ha pensato un veterinario, Federico Coccìa, che di cani ne vede moltissimi ogni giorno: "Il pitbull non è una razza più aggressiva di altre. È vero che nel 2024 ci sono state diverse aggressioni e anche il bimbo morto" (ad Eboli, ndr), "ma demonizzarlo è riduttivo e troppo superficiale. C'è un dato numerico, ci sono tantissimi esemplari in giro perché è un cane che va di moda tra quelli di media-grossa taglia. Succedeva anni fa con i dobermann anche loro presi di mira per le aggressioni e anche loro di moda in passato. Ma quando si porta in casa, con anche dei bambini, un pitbull si deve essere consapevoli che è un cane che ha un morso che può uccidere. Io non sconsiglio questa scelta alle famiglie, ma ripeto che i pitbull vanno gestiti, devono avere regole severe e capire che c'è un capobranco che è il padrone. Altrimenti le regole se le fanno loro ed è un disastro".
Perché la moda pitbull? "La maggior parte delle persone lo prendono perché è un cane che dà soddisfazione - risponde il veterinario - È molto possessivo, ma si affeziona tanto alla famiglia. Diciamo che affettivamente riesce a dare molto ai proprietari. Dall'altra parte, però, va educato molto bene. Serve un polso fermo e deve capire chi comanda".