Pitbull, l’esperta: ecco quando il cane attacca il bambino e come difendersi

Daniela Borgo, presidente dell’associazione degli Educatori cinofili, spiega come prevenire le aggressioni e cosa fare quando si è sotto attacco

Pitbull

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Milano, 4 maggio 2024 – Ennesimo caso di un bambino attaccato da un pitbull, per di più un cane di famiglia. Il piccolo di 10 anni ha riportato diverse ferite ma se la caverà, il cane è stato portato in canile ed è sotto osservazione. Ma, dopo la vittima registrata a Salerno nei giorni scorsi, un bambino di 15 mesi ucciso da due pitbull, o l’ancora più recente caso di una donna di 83 anni cui state amputate le braccia dopo essere stata attaccata dai suoi sette cani, amstaff e american bully, tutti molossidi, in provincia di Padova gli interrogativi sono tanti.

Attacco in famiglia: ecco perché

A spiegarci cosa scatta nella testa del cane che morde, per di più in famiglia, è Daniela Borgo, presidente dell’Apnec (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili), che lavora proprio con i cani più aggressivi. 

Perché questi cani del genere molosside attaccano anche in famiglia, chi gli dà da magiare, persone con cui vivono, di cui conoscono odore, movenze?

"Non c’è una giusta gestione delle risorse – spiega Borgo -. Tutto nasce dal “viziare” il cane, senza dargli quindi le giuste regole, che si aspetta. Il cane discende dal lupo e dunque tra le persone cerca il ‘capobranco’, ovvero la persona di riferimento, a cui obbedire. Il cane inoltre non ha le mani e dunque usa la bocca. Non è detto che i cani protagonisti di questi episodi siano più aggressivi, semplicemente la potenza del morso è più rilevante”.

Cani e bambini: non sempre pet friendly

Nel caso specifico il cane ha morso un bambino di famiglia di 10 anni. Perché?  

”Il rapporto tra bambini e cani è un altro discorso. Il cane di sicuro non riconosce il bambino come punto di riferimento. Per cui serve la supervisione di un adulto, sia nei confronti del cane che del bambino. Certo, un bambino di 10 anni è più senziente di uno di 15 mesi. Ma spesso cani e bambini arrivano a contendersi gioco, spazi, coccole. Ci può essere anche il cane geloso ma di norma il cane sa che il bambino non è un suo pari. Può essere pericoloso, però, se tutti e due si lanciano a prendere un gioco e la sfida è al ‘il gioco è mio’. Il cane può reagire anche per spavento o per dolore, come facciamo noi istintivamente muovendo la gamba se ci si batte il ginocchio. La responsabilità, ripeto, è dell'adulto: il cane ha bisogno del suo spazio e quindi della sua cuccia, del suo cibo di sapere con delle regole come si gioca, chi inizia. Sono elementi basilari. La prima regola dunque è prevenire dando istruzioni precise”.

Cosa fare in caso di attacco

Si tratta di pochi istanti, spesso difficili: cosa fare in caso di attacco?

“Bisogna rimanere immobili, evitare di scappare, di fissare l'animale, di mettersi a urlare. Il consiglio è di girarsi di schiena che per il cane è un segnale di calma. Le urla, la frenesia, il movimento in quegli istanti non aiutano. Io lavoro con cani aggressivi e mordaci: se mi metto a urlare mi mordono di sicuro".

Oipa: serve una regolamentazione

Nel frattempo l’Organizzazione internazionale protezione degli animali (Oipa) chiede al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente.

A Milano serve un patentino

"Nel 2006 il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose. Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e, soprattutto, della discriminazione delle razze” – spiega Oipa. A livello locale, “alcuni Comuni, come quello di Milano, hanno regolamentato la materia prevedendo la concessione di patentini per la detenzione di alcune razze o simil-razze”.

Corso formativo

“Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici”, spiega l’avvocata Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa. “In caso morsicatura o zuffa tra cani, infatti, il cane e il suo proprietario vengono segnalati al Servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo. Il corso è organizzato dal Comune, insieme al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale, avvalendosi della collaborazione degli Ordini professionali dei medici veterinari e di associazioni di protezione animale. Le spese sono sostenute dal proprietario del cane “impegnativo”.

Assicurazione e museruola

In caso di pericolosità grave, conclude Oipa “scatta l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa e l’obbligo di utilizzare il guinzaglio e la museruola nelle strade e nei luoghi aperti al pubblico”.