Milano – Luci a San Siro. O meglio, luci sul secondo anello verde di San Siro. Ad accenderle sarà Andrea Beretta, l’ex capo del tifo organizzato di fede interista che nei giorni scorsi ha deciso di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia: “Vi racconto gli ultimi trent’anni della Nord”. Un romanzo criminale che promette di scandagliare nei minimi particolari le dinamiche sotterranee che per decenni hanno contaminato il Meazza, con la drammatica escalation culminata con gli omicidi di Vittorio Boiocchi e Antonio Bellocco.

Il secondo delitto, andato in scena la mattina del 4 settembre 2024 davanti alla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio, è stato risolto con un arresto in flagranza: ad accoltellare il rampollo di ’ndrangheta di San Ferdinando è stato proprio “Berro”, che da tempo era stato informato da un altro ultrà che “Totò u Nanu” gli stava preparando un’imboscata per ucciderlo e far sparire il cadavere. Detto questo, il capitolo dei legami con la criminalità organizzata potrebbe essere comunque arricchito da ulteriori rivelazioni del quarantanovenne neo pentito, che potrebbe spiegare ai pm Sara Ombra e Paolo Storari quando, come e perché è stato pianificato l’ingresso di Bellocco ai piani altissimi della Nord, a comporre un triumvirato completato proprio da Beretta e dal frontman Marco Ferdico.
E poi c’è l’altro assassinio, ancora senza colpevoli: quello dello “Zio” Boiocchi, avvenuto la sera del 29 ottobre 2022 in via Fratelli Zanzottera a Figino. Su quell’agguato, le parole di Beretta potrebbero essere determinanti per consentire ai poliziotti della Squadra mobile di chiudere il cerchio e arrivare alla cattura dei mandanti del raid killer e dei due sicari in motocicletta che hanno freddato il sessantanovenne sotto casa con tre colpi di pistola.

Finora gli accertamenti investigativi hanno cristallizzato gli strani movimenti del quarantanovenne nei giorni immediatamente successivi – il cellulare bruciato nel forno a microonde e il viaggio-lampo a Pietrelcina – e ricostruito ciò che è accaduto dopo, vale a dire la scalata del rosarnese Bellocco spalleggiata da “Berro” e Ferdico. Un’alleanza fondata sul lucroso indotto nero del Meazza (droga, parcheggi e biglietti) che ha regnato senza apparenti frizioni fino alla prima metà del 2024, quando Bellocco ha cominciato a sospettare che Beretta facesse la cresta sul merchandising (peraltro la stessa accusa che un paio di anni prima gli aveva mosso pure Boiocchi).
Sul pentimento dell’ex capo ultrà, trasferito nei giorni scorsi da San Vittore a un altro penitenziario del Centro Italia, gli inquirenti stanno comprensibilmente mantenendo il più stretto riserbo: non è chiaro, ad esempio, se il quarantanovenne abbia già messo formalmente nero su bianco ciò che ha anticipato di voler riferire o se ciò avverrà nelle prossime settimane. Le regole d’ingaggio sono chiare, e a dettarle è la legge numero 45 del 2001, che ha fissato criteri più rigidi per la selezione delle collaborazioni con l’introduzione del limite temporale di 180 giorni per condividere tutte le informazioni di cui la persona coinvolta è a conoscenza.
Per la norma, quelle dichiarazioni – che devono avere carattere di “intrinseca attendibilità, novità, completezza e importanza” sui fatti oggetto di indagine e sulle “connotazioni strutturali delle associazioni criminali” nel mirino – andranno a formare il cosiddetto “verbale illustrativo”, che delimiterà il perimetro all’interno del quale si muoverà il pentito e che verrà poi inviato alla Commissione centrale per l’eventuale concessione delle speciali misure di protezione, delle circostanze attenuanti previste dal codice penale e dei benefici penitenziari.