NICOLA PALMA
Cronaca

"Andrea Beretta infame", lo striscione della Curva Nord dell'Inter a San Siro

L'ex capo del tifo organizzato nerazzurro si è pentito e ha deciso di collaborare con i magistrati. La reazione degli ultras non si è fatta attendere e gli ha mandato un “messaggio d’avvertimento”

Lo striscione comparso nel piazzale dello stadio

Lo striscione comparso nel piazzale dello stadio

Milano, 16 novembre 2024 – "La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità". Firmato: secondo anello verde. Non avrebbero potuto essere più chiari i nuovi vertici della Curva Nord nel messaggio che pare proprio indirizzato all'ex sodale Andrea Beretta, che nei giorni scorsi ha deciso di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia, accettando di parlare ai magistrati della Dda, la Direzione distrettuale antimafia, e di rivelare tutto quello che sa sui traffici occulti del tifo organizzato di fede interista.

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Lo striscione a San Siro

Nel testo dello striscione, comparso nella serata di venerdì 15 novembre davanti agli ingressi dello stadio Meazza, non si fa cenno al nome di "Berro", per anni leader indiscusso della Nord, ma è fin troppo evidente il destinatario: quella parola "infame" etichetta chi ha deciso di "tradire" nella mentalità ultras e di passare dall'altra parte, rompendo un patto di sangue che si intendeva per la vita.

Il cambio al secondo anello verde

Dopo gli arresti dell'inchiesta Doppia Curva, che ha di fatto azzerato il direttivo della Nord, al vertice sono risaliti vecchi capi non direttamente coinvolti nelle indagini. Il divieto imposto dalla Questura di rinunciare alla "pezza" del triumvirato Bellocco-Beretta-Ferdico "Curva Nord Milano 1969", da associare secondo forze dell'ordine e inquirenti non più a un gruppo di tifosi ma a un'associazione a delinquere che per le accuse avrebbe pure favorito una 'ndrina, ha portato anche a cambiare lo slogan di riconoscimento in "Uniti, fieri e mai domi". Le vecchie abitudini, però, sono dure a morire. E il messaggio dell'altra sera è forse diretto anche ad altri interlocutori, per far capire loro che chi governa oggi la Nord non ha nulla a che vedere con Beretta "l'infame".

La collaborazione

Il quarantanovenne, arrestato il 4 settembre per l'omicidio di Bellocco e tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare che ha decapitato i vertici di Nord e Sud, ha deciso dopo due mesi di cella di collaborare con la Procura, ha cambiato avvocato ed è stato trasferito da San Vittore in un altro istituto penitenziario del Centro Italia. Pronto a raccontare tutto quello che sa sull'omicidio di Vittorio Boiocchi e sugli affari sporchi che per decenni hanno contaminato gli spalti del Meazza.