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Cronaca

Bellinzago sommersa, il risveglio nel fango: “Il disastro ci ha fatto riscoprire umani"

Torrenti e naviglio rientrati, ma alcune famiglie restano fuori casa. Il sindaco Avola chiede lo stato di calamità: "Dovranno aiutarci". Danni incalcolabili, ma comunità coesa. "Poteva andare peggio"

Lo scenario dopo l'alluvione a Bellinzago Lombardo e a Gessate

Lo scenario dopo l'alluvione a Bellinzago Lombardo e a Gessate

Bellinzago Lombardo (Milano) – L’acqua che ancora allaga abitazioni, garage, giardini e negozi, il fango da spalare da strade e cortili, negli occhi e sulle spalle la stanchezza di un pomeriggio di paura e di una notte insonne. E i danni, ancora tutti da calcolare. Una giornata drammatica nei comuni dell’Est milanese sepolti dall’alluvione di mercoledì pomeriggio. Torrenti e Naviglio Martesana sono tornati in alveo, i livelli sotto controllo, il monitoraggio tecnico è continuo. L’assedio di Vigili del Fuoco, Protezione civile e forze dell’ordine ancora da grande emergenza. L’occhio resta al meteo, ieri ancora inclemente.

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Sul lungo asse di Villa Fornaci, a cavallo dei due piccoli centri di Bellinzago Lombardo e Gessate, si affacciano case, negozi, centri commerciali e aziende. È il tratto della Padana superiore “declassato” dopo la realizzazione della variante Teem. Il torrente Trobbia a Nord, l’asse stradale in leggera pendenza. L’altro giorno, quando gli argini del torrente hanno ceduto alla pioggia battente, l’ondata è arrivata improvvisa. Meno di un’ora, ed è stato cataclisma. Di casa in casa, i racconti. "Siamo tornati stamattina, io, moglie e bambini - racconta Andrea Jarno Stucchi - . Abbiamo dormito dai miei genitori, dormiremo fuori anche stanotte. Abbiamo ancora un metro e mezzo di acqua in garage. E siamo senza corrente, come tutto il paese".

Era il primo pomeriggio quando abbiamo iniziato a vedere la cascata in arrivo dal Trobbia - così Daniele Albano - . È stato tutto velocissimo: acqua nei negozi, nei condomini, nel giro di mezz’ora eravamo sommersi. Stiamo aspettando le idrovore. Intanto cerchiamo di togliere un po’ di fango a braccia".

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Lungo i marciapiedi cumuli di arredi, oggetti, mobili tirati fuori dai negozi allagati. Da una vetrina all’altra passano pale, scope, stracci, secchi, ma anche parole, offerte d’aiuto, persino battute. "Dire che una calamità ci fa riscoprire umani può sembrare un’ovvietà - dice, sorridendo, Massimo Villa, titolare con Danilo Sciascia di un negozio di tatuaggi - . Però è vero. In queste ore stiamo sentendoci comunità più di quanto sia mai accaduto".

Sono una cinquantina i cittadini che, ancora, non possono rientrare a casa. In quindici, l’altra notte, hanno dormito nella palestra delle scuole medie messa a disposizione dal Comune. "Lo spazio resta disponibile - sottolinea Michele Avola, il sindaco - e i nostri uffici stanno valutando altre possibilità abitative temporanee". Per il primo cittadino di Bellinzago e per la collega di Gessate Lucia Mantegazza 24 ore ininterrotte fra centri operativi in municipio e fango. "Ora pensiamo ad aiutare la popolazione. Ma i danni sono incalcolabili - ancora Avola - : abitazioni danneggiate, aziende che avevano all’interno macchinari e arredi, supermercati allagati. Chiederemo lo stato di calamità, dovranno aiutarci".

La “diagnosi” tecnica dell’accaduto, ora dopo ora, è tutta nelle relazioni del Consorzio del Canale Villoresi, l’ente deputato alla sicurezza idraulica rivierasca. Nel corso della giornata erano state messe in atto tutte le misure di prevenzione dell’esondazione. E poteva esservi pure un peggio. "Sia la vasca di laminazione nella vicina Inzago, già realizzata, sia quella di Gessate in fase di costruzione - ricorda il direttore generale dell’ente Valeria Chinaglia - hanno evitato danni che avrebbero potuto essere ben peggiori rispetto a quelli che si sono, purtroppo, comunque verificati".