Red.Lom.
Cronaca

Trobbia e Molgora, la storia dei due “sconosciuti” che hanno sommerso Bellinzago

Dove nascono e quali rischi portano i due torrenti che hanno allagato il Comune nel Milanese: danni e alluvioni

Bellinzago Lombardo (Milano), 15 maggio 2024 – Hanno sommerso Bellinzago e messo in ginocchio l’area della Martesana. Ma Trobbia e Molgora, i due corsi d’acqua protagonisti dell’alluvione di oggi nell’area a Est di Milano, a chi li supera su ponticelli quasi invisibili, fuori dai centri storici, in un reticolo di capannoni e strade provinciali, difficilmente riesce anche a intuire la loro esistenza. Sono quasi sconosciuti. Eppure, fra il Lambro, che scorre dalla Brianza a Milano e l’Adda, che esce dal Lago di Como e segna il confine con Bergamo fino al Lodigiano, non c’è solo una pianura, ma un reticolo di canali, rogge, piccoli fiumi che passano metà dell’anno in secca e sono però pronti a gonfiarsi e talvolta a fare danni.

Le riprese di un drone sopra Bellinzago, nel Milanese
Le riprese di un drone sopra Bellinzago, nel Milanese

Il Trobbia

Portano questo nome diversi corsi d’acqua. Un vero e proprio complesso di piccoli fiumi. A comporre questo fitto intreccio di affluenti e piccoli fossi diversi torrenti, che scendono dalle colline briantee verso la Martesana, intersecandola proprio a Bellinzago Lombardo, dove gli allagamenti sono stati più forti. A costituire il Trobbia, la roggia Trobbia di Masate e il torrente Trobbia di Gessate, ma anche il Rio Vallone, che dà il nome a un parco e attraversa Verderio (Lecco), Cornate d’Adda, Mezzago, Busnago, Roncello, in Brianza, e Masate e Gessate nel Milanese. Una pianura ondulata e un corso largo in alcuni punti non oltre i tre metri, che scorre spesso con un velo d’acqua, fra boschi, campi, fabbriche e case, ignorato dal traffico. In questo sistema anche il cavo Vareggio e il cavo Ambrosina. Fossi che raccolgono le acque piovane e possono, alternativamente, prendere l’acqua in eccesso o cederla al Naviglio Martesana quando lo incontrano.

Il Molgora

Il torrente nasce nelle colline della Brianza lecchese, nei pendii boscosi sopra Olgiate Molgora, fra Santa Maria Hoè e Colle Brianza. Il fiumicello attraversa zone verdi, prima di incontrare Carnate e Usmate, dove raccoglie un affluente, lo snodo della tangenziale e della ferrovia, in Provincia di Monza, e poi lambire Vimercate, con l’antico ponte romano di San Rocco, ieri chiuso per il livello eccezionale della piena. Qui lavori di manutenzione negli ultimi mesi hanno aiutato a contenere gli effetti di un livello idrometrico molto elevato.

Il fiume prosegue verso Burago, lambisce Agrate, entra a Caponago e Pessano, dove passa il Villoresi e dove le vecchie cascine hanno lasciato il ad autostrade e capannoni di grandi insediamenti industriali. Dal Villoresi riceve le acque in eccesso, per portarle verso la Martesana a Gorgonzola. Passa anche da Melzo. Qui, nel novembre del 2014, aveva causato il blackout della ferrovia, perché una centralina di alimentazione era finita sott’acqua. Dieci milioni di euro i danni in quell’occasione.

Il torrente prosegue fino a sfociare nella Muzza, il canale che nasce dall’Adda per ritornarci nel Lodigiano, dopo avere attraversato le campagne irrigandole.