
Cristina Maccarrone giornalista copywriter e formatrice ha lanciato la petizione on line
Milano – Quella denunciata da Cristina Maccarrone sembra la classica situazione da azzecca-garbugli nella quale ogni contraddizione è a norma di legge. Non una denuncia isolata, la sua. La petizione da lei lanciata venerdì scorso sulla piattaforma change.org ha infatti raccolto più di 450 adesioni: non poco se si considera che il problema è particolarmente sentito in un quartiere di Milano, il quartiere Adriano. Leggere per credere i post pubblicati dai residenti sulla pagina Facebook della zona: c’è chi si dice pronto a tornare ad usare l’auto. Perché? Per evitare “multe ingiuste”, quelle comminate sull’autobus 53, una linea Atm, a chi ha un abbonamento urbano mensile o annuale. Questo il problema che si vuole superare con la petizione.
Un problema che origina dal tragitto del bus, che alterna fermate in territorio urbano e fermate in territorio extraurbano. Ma anche dalla diversa qualifica assegnata alla fermata di Sesto Marelli a seconda del mezzo pubblico col quale ci si arriva. Nel dettaglio, la 53 collega i quartieri milanesi di Lambrate e Adriano alla stazione Sesto Marelli della Metropolitana 1 che, invece, sta sul confine tra Milano e Sesto San Giovanni. Come anticipato, prima di arrivare al capolinea di Sesto Marelli o di Lambrate, a seconda del senso di marcia, il bus esce da Milano ed effettua 9 fermate entro i confini sestesi. Di conseguenza chi ha un abbonamento urbano viene multato dai controllori Atm per il semplice fatto di trovarsi a bordo del bus mentre fa tappa in territorio sestese ancyhe se non scende a Sesto, anche se deve scendere in una fermata milanese. Da qui la prima contraddizione, non la più eclatante: la 53 è catalogata come linea urbana, quindi perché multare chi ha un titolo di viaggio valido per le linee urbane?
Ma non è finita. Capita pure che i titolari di un abbonamento urbano siano multati al capolinea di Sesto Marelli. Perché? Ecco la seconda contraddizione, più manifesta della prima: come noto, la stazione Sesto Marelli della metropolitana è considerata entro i confini di Milano, quindi non si viene multati se ci si arriva in metrò con un abbonamento urbano. Ma la palina del bus di Sesto Marelli, invece, è considerata in territorio extraurbano perché è un poco più in là, verso la periferia, rispetto alla stazione della metro. Quindi se si arriva a Marelli in bus e si ha un abbonamento urbano si viene multati, contrariamente a quanto avviene se ci si arriva in M1.
Terza contraddizione, più manifesta della prima e della seconda: il biglietto urbano, quello da 2,20 euro, a differenza dell’abbonamento urbano, consente di viaggiare sulla 53 senza temere multe ovunque salgano i controllori Atm e ovunque si decida di scendere. Sì, perché l’abbonamento urbano permette di muoversi in una sola area tariffaria, solo in quella che include Milano, mentre il biglietto urbano ne contempla due: quella di Milano e la prima cintura dell’hinterland. Una disparità creata dal sistema tariffario integrato in vigore dal 2019 così come definito dall’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia insieme ai Comuni, compreso Milano, e alla Regione. “Io – racconta Maccarrone – ho preso due multe in un mese: la prima perché i controllori sono saliti ad una fermata di Sesto e, sebbene io non dovessi scendere a Sesto, mi hanno sanzionato. Non c’è stato modo di far capire loro che non volevo usare un titolo urbano in territorio extraurbano.
La seconda mi è stata comminata a Sesto Marelli perché la fermata di superificie, diversamente da quella della M1, non è considerata entro il limite urbano: un’assurdità. La prima l’ho pagata, per la seconda farò ricorso. Abito al quartiere Adriano, all’andata attraverso Sesto solo per raggiungere la M1 con la quale, poi, mi sposto in città, mentre al ritorno la attraverso per tornare a casa: non ho scelto io di passare da Sesto, non mi ci fermo neppure, non ha alcun senso che debba acquistare titoli extraurbani e al momento di acquistare l’abbonamento da nessuna parte si spiega che cosa accada per le linee come la 53, che è urbana ma fa qualche fermata nell’hinterland. Senza contare che l’86 e la 56, cioè le altre linee Atm con le quali dal nostro quartiere si potrebbe raggiungere la metropolitana non rappresentano un’alternativa reale per motivi diversi e a tutti noti: traffico, imbuti, corse saltate, pezzi da fare a piedi. Ora, con la petizione lanciata su change.org, chiedo di includere il tratto della 53 compreso tra Milano e Sesto Marelli nella validità degli abbonamenti urbani, sia annuali che mensili”.