STEFANO
Cronaca

Attenzione agli “Atti dispositivi” perché possono impedire l’esdebitazione

Pillitteri Mi scrive un lettore di Milano. Si trova in una situazione di sovraindebitamento conclamata. Ma due anni fa ha...

Pillitteri Mi scrive un lettore di Milano. Si trova in una situazione di sovraindebitamento conclamata. Ma due anni fa ha...

Pillitteri Mi scrive un lettore di Milano. Si trova in una situazione di sovraindebitamento conclamata. Ma due anni fa ha...

PillitteriMi scrive un lettore di Milano. Si trova in una situazione di sovraindebitamento conclamata. Ma due anni fa ha “coperto” un debito della moglie (anch’essa sovraindebitata) pari a 10mila euro. Gli è stato detto che potrebbe essere inteso come “atto in frode ai creditori” e andare a inficiare la procedura rendendola inammissibile. Mi chiede se è così. Purtroppo si tratta di una domanda cui non è possibile dare una risposta univoca. Dipende, ancora prima che da quella del giudice, dalla “severità” del gestore della crisi.

Quest’ultimo deve, infatti, verificare gli “atti dispositivi” compiuti dal sovraindebitato negli ultimi 5 anni. E, sebbene un’elargizione tra coniugi di 10mila euro non possa essere considerata una vera e propria “donazione” (un atto dispositivo, che esige la forma pubblica) bensì una semplice “liberalità”, sta di fatto che una somma significativa è stata sottratta al patrimonio destinato a soddisfare i creditori. Un gestore arcigno potrebbe non dare “luce verde”. E qui entrano in campo diversi fattori che incidono sulla valutazione. La consistenza del patrimonio del marito e l’entità del debito da cui è gravato. E lo stesso per quanto riguarda la moglie.

È ovvio che se il mancato pagamento del debito “coperto” dal marito avesse comportato gravi conseguenze esecutive (un pignoramento presso terzi o, peggio, di natura immobiliare) ciò si sarebbe riflesso sulla complessiva tenuta finanziaria del nucleo familiare. E l’intervento del marito si configurerebbe come doveroso. Si tratta, però, di un argomento senz’altro valido. Ma non dirimente. E ciò considerata l’interferenza di altri fattori e, anche, le diverse sensibilità dei gestori chiamati a vagliarle. È, dunque, uno di quei casi in cui una percentuale di rischio di vedersi strada sbarrata all’esdebitazione esiste. Ciò detto, quando una situazione debitoria comincia a diventare problematica, il consiglio è quello di evitare atti che incidano sulla consistenza del proprio patrimonio. I trasferimenti immobiliari a favore di parenti non mettono la casa “al sicuro” e pregiudicano una futura procedura per sovraindebitamento. Ma anche di somme liquide. Del resto l’elargizione maritale non credo abbia risolto i problemi debitori della moglie. Sono “partite di giro” che non cambiano una situazione già critica. Meglio guardare in faccia alla realtà. E optare per una procedura “familiare” che risolve il problema alla radice per entrambi i coniugi.

Se hai dei quesiti da sottoporre scrivi a: avvocatorispondi@gmail.com