
Ramy morì cadendo dallo scooter che si è schiantato contro un palo dopo otto chilometri di inseguimento da parte dei carabinieri
È stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione - la stessa condanna chiesta dai pm - per resistenza a pubblico ufficiale Fares Bouzidi, amico di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che era in sella allo scooter guidato dal 22enne e che morì cadendo nello schianto, il 24 novembre scorso, al termine di un inseguimento di circa otto chilometri da parte dei carabinieri. La sentenza è stata pronunciata dal gip Fabrizio Filice nel processo con rito abbreviato. Il giudice ha anche disposto un risarcimento a carico del giovane da 2 mila euro a favore di ognuna delle parti civili, i sei carabinieri.
I militari avevano chiesto infatti un risarcimento per danni morali. Il giudice, accogliendo tutte le richieste dei pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano della Procura diretta da Marcello Viola, ha anche disposto la confisca dei soldi in contanti, 850 euro, e di una catenina che erano stati trovati nel borsello di Fares e sequestrati nelle indagini condotte dai carabinieri. I legali di parte civile dei sei carabinieri, tra cui gli avvocati Paolo Sevesi e Arianna Dutto, avevano chiesto al giudice di riconoscere "risarcimenti in via equitativa" per il "danno morale", senza quantificare una cifra a carico dell’imputato. L’importo di 2mila euro è stato stabilito dal giudice.
Le motivazioni della sentenza tra 90 giorni I pm Serafini e Cirigliano, tra l’altro, nei prossimi giorni dovrebbero anche definire le indagini proprio nel filone sull’accusa di omicidio stradale, dopo che il consulente degli stessi pm, l’ingegnere Domenico Romaniello, in 164 pagine ha valutato, in sostanza, come corretto il comportamento del carabiniere alla guida dell’ultima macchina inseguitrice e ha attribuito tutta la responsabilità dell’incidente al 22enne amico di Ramy.
Resta, invece, da definire la tranche di inchiesta che vede gli altri carabinieri indagati per depistaggio e frode processuale e favoreggiamento, perché due, in particolare, avrebbero intimato di cancellare un video che un testimone aveva realizzato col telefono.
Anna Giorgi