IVAN ALBARELLI
Cronaca

Parte il “dossieraggio” di AspettaMi. Il comitato ai milanesi: “Spiate le attese dei tram alle fermate”

L’associazione che da mesi denuncia soppressioni delle corse e ritardi delle linee urbane di superficie lancia una nuova iniziativa “ispirata” dallo scandalo sulle banche dati illegali

Adriana Berra, fondatrice di "AspettaMi", sotto la tenda con la palina che indica la top ten delle linee fantasma

Adriana Berra, fondatrice di "AspettaMi", sotto la tenda con la palina che indica la top ten delle linee fantasma

Milano, 29 ottobre 2024 – L’idea è venuta alla “leader” del comitato “AspettaMi, Milanesi in attesa dei tram”, pagina Facebook che dalla scorsa estate denuncia quotidianamente la situazione sempre più esasperante di chi si sposta a Milano usando tram e autobus. La più battagliera, forse. Adriana Berra, che prendendo spunto dalla vicenda dei dossieraggi illegali scoperchiata dall’Antimafia della Procura milanese ha pensato di lanciare qualcosa di simile. Legale, ovviamente. Un vera e propria “attività di spionaggio” alla luce del sole “per invitare milanesi e non arrabbiati come noi per le attese a monitorare e a riportare i tempi biblici alle fermate”. In realtà, se vogliamo usare questo termine, l'attività di dossieraggio dell’associazione è da mesi in pieno boom, e la pagina Facebook del gruppo – che raccoglie ogni giorno decine di denunce con allegata foto dei display che annunciano venti minuti, ora qualcuno meno, ora una decina di più di attesa – è "incandescente”.  

Ad aspettare tram e bus si rischia di... passare a miglior vita. I volontari cercano di sdrammatizzare giocando la carta dell'ironia
Ad aspettare tram e bus si rischia di... passare a miglior vita. I volontari cercano di sdrammatizzare giocando la carta dell'ironia

Pendolari detective

Adesso però i pendolari dovranno vestirsi anche da detective. “Abbiamo deciso di realizzare dei dossier sui tagli dei mezzi di superficie da inviare al sindaco ad assessori comunali e dei singoli municipi – racconta Adriana Berra –, dossier che denuncino sia i disagi vissuti da particolari categorie di cittadini, utenti degli ospedali, anziani, disabili, lavoratori che magari in certe fasce orarie non riescono più a raggiungere il posto di lavoro, studenti; sia i danni patiti, per esempio sanzioni sul posto di lavoro, appuntamenti medici saltati. O ancora, l’essere costretti a dover tornare a usare la macchina”. Per questo è stata battezzata una mail dedicata a cui mandare le segnalazioni: aspettami.posta@libero.it

Si scrive Atm si legge Atac

L’invito al dossieraggio è stato come gettare benzina sul fuoco. Ogni giorno, per posta elettronica e poi sui social, è un diluvio di pendolari esasperati. Tram e bus che non passano, passaggi sulla carta che sulla carta però restano. Situazioni “alla romana”, dei tempi antichi quando situazioni del genere accadevano a Roma con l’Atac, e che i milanesi si permettevano di guardare con aria di sufficienza pensando che a Milano non si sarebbero mai verificate. E invece, scrive Ottavia D’Incecco “a Lambrate, alle 19 e 43, la 54 registra 22 minuti d’attesa. C’è da vergognarsi”. Rincara la dose Giorgio Ferri: “Venti minuti la domenica per aspettare il tram in via Torino. Ecco il “modello Milano”.

Alle 7 del mattino più di venti minuti d'attesa alla fermata di piazza Bonomelli
Alle 7 del mattino più di venti minuti d'attesa alla fermata di piazza Bonomelli

Stefo Mansi, domenica, ha avuto la (malaugurata) idea di andare a San Siro per Inter-Juve con i mezzi: “Ore 15 di un prepartita Inter-Juve. Due tram 16 saltati. Turisti che aspettano da 30 minuti. E ci dicono di usare i mezzi”. Per concludere con un milanesissimo “ma va da’ via el c...”. Sempre domenica, Antonella Pandini si trova invece all’incrocio fra le vie Plinio e Morgagni. E sulla pagina Facebook pubblica l’immancabile foto del display (chissà che pentimenti, in Atm, per averli installati...). “Sono le 18 e 30 e sto aspettando da 30 minuti” scrive. Arriviamo a oggi, martedì 29 ottobre. Maria Grazia De Santis da piazza Bonomelli, periferia sud, alle 7 del mattino nel pieno degli spostamenti per raggiungere scuole, uffici o ospedali, pubblica una foto di una pensilina dove la 65 arriverà fra 24 minuti.

Depositi in ebollizione

Adriana Berra denuncia da mesi quella che a suo avviso è una tendenza in atto: “Creare cittadini di serie A, che hanno vicino una fermata della metropolitana, e cittadini di serie B che non ce l’hanno vicina, o sono costretti a usare, le linee di superficie. Siamo chiaramente tutti soddisfatti che sia stata aperta nella sua interezza la M4 ma questo non può andare a discapito di tram, autobus e filobus”. La parola vista come fumo negli occhi è “rimodulazione”. Ovvero la riorganizzazione delle linee di superficie, che Atm attua ad esempio quando viene aperta una nuova linea di metrò. “Non sono forse una colossale presa in giro?”. Più che una domanda, è un’affermazione sposata anche dai sindacati dei conducenti: “A inizio ottobre sono state allungate le frequenze di 90 linee su 130 – spiegano –. Atm ha così sperato di scongiurare il problema della sopressione delle corse dovuto alla mancanza di autisti”. Già, i conducenti. A Milano ne mancano 350, e Atm non sembra riuscire a venire a capo del problema. I sindacati interni denunciano “la situazione arrivata al  collasso nei depositi Sarca e di via Novara”.

Un'idea per le attese alle pensiline nei mesi invernali: la tenda termica
Un'idea per le attese alle pensiline nei mesi invernali: la tenda termica

Il ritorno all’auto

“Prima, davanti al disastro del servizio offerto da Trenord, potevamo consolarci a Milano con la puntualità e l’efficienza di Atm – dice un pendolare –. Adesso non ci sono neanche più quelle". "La settimana scorsa – rincara la dose una donna che risiede nella periferia nordovest – dovevo raggiungere da viale Espinasse un centro medico in via Domodossola, ho aspettato il tram inutilmente. Non arrivava più. Alla fine me la sono fatta a piedi. Il giorno dopo, per la visita di controllo, ho preso la macchina”. Il ritorno all’uso dell’auto è quello a cui alla fine, per disperazione e perché non hanno più la pazienza di aspettare, stanno ricorrendo molti milanesi. “La Cami”, sempre su Facebook, alza bandiera bianca: “Hanno vinto loro. Ripresa un’auto dopo dieci anni, per disperazione”.