ANDREA GIANNI
Cronaca

Una targa in memoria di Simonetta Ferrero in Cattolica. Nel 1971 un killer sconosciuto la massacrò di coltellate

Sarà posizionata nell’ateneo milanese nei pressi del luogo dove fu accoltellata a 25 anni con una quarantina di fendenti. La svolta è arrivata a sorpresa, dopo il via libera del cardinale Parolin. Ma resta ancora il mistero: chi ha ucciso la ragazza?

Simonetta Ferrero, uccisa a 25 anni nei bagni della Cattolica, e la rettrice Elena Beccalli, che ha appoggiato subito la proposta di una targa

Simonetta Ferrero, uccisa a 25 anni nei bagni della Cattolica, e la rettrice Elena Beccalli, che ha appoggiato subito la proposta di una targa

Milano – Una decisione attesa da mezzo secolo, che i familiari di Simonetta Ferrero e la sorella Maria Elena accolgono con soddisfazione e anche con stupore, visto il tempo trascorso e gli appelli che finora sono caduti nel vuoto. L’Università Cattolica di Milano farà posizionare una targa commemorativa nei pressi del luogo in cui la giovane funzionaria della Montedison fu massacrata all’età di 25 anni con una quarantina di coltellate, il 24 luglio 1971, sorpresa da un assassino rimasto finora senza un nome in una toilette dell’ateneo a pochi passi dalla basilica di Sant’Ambrogio dove si era laureata. Ogni anno, inoltre, verrà celebrata una messa in suffragio, in occasione dell’anniversario della morte.

Il retroscena di questa vicenda porta in Vaticano, perché nel maggio scorso il criminologo Alberto Miatello, che ha dedicato corpose ricerche al delitto irrisolto entrando anche in contatto con i familiari di Simonetta Ferrero, aveva scritto una lettera ad alti prelati, tra cui il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa sede. Rilanciava così la proposta, per anni caduta nel vuoto, di dedicare una targa in Cattolica alla memoria della ragazza uccisa 54 anni fa.

La risposta di Parolin a Miatello, del tutto inattesa, è arrivata lo scorso 2 agosto. Il cardinale, come emerge dalla missiva, avrebbe preso contatti con la rettrice della Cattolica, Elena Beccalli, che ha subito appoggiato la proposta della targa commemorativa, un “gesto consono per onorare la memoria” di Simonetta Ferrero, esprimendo l’impegno per “ricordare la nostra alunna celebrando una Santa messa in suffragio nel giorno della morte”. La targa probabilmente verrà posizionata dopo la pausa estiva, quando riapriranno gli uffici dell’ateneo, con una cerimonia alla quale verranno invitati i parenti della vittima.

“Si tratta di un gesto importante anche dal punto di vista umano – spiega Miatello – che colma una lacuna con un positivo, e ormai del tutto inatteso, sviluppo. A Milano, dove le strade sono piene di targhe commemorative legate a fatti di sangue, non esiste neanche un luogo per ricordare Simonetta Ferrero, una giovane stimata da tutti che era anche volontaria della Croce Rossa”.

La sorella Maria Elena, medico milanese, ha espresso, oltre alla contentezza, anche la sua “sorpresa” per il gesto, perché dopo tanti anni “non ce lo saremmo mai aspettato”. Una proposta, quella della targa, che era stata lanciata anche dall’ex magistrato Guido Salvini sulle pagine del Giorno. “Una targa in ricordo di Simonetta Ferrero è qualcosa che mancava in quei corridoi frequentati da tanti studenti – spiega dopo aver appreso della scelta della Cattolica –. È stato un delitto che, per il luogo in cui è avvenuto e la sua efferatezza, oggi lo chiameremmo femminicidio, ha suscitato enorme impressione e ancora molti milanesi lo ricordano. Forse con gli strumenti scientifici di oggi qualche verità può ancora venire alla luce”. Una speranza che potrebbe essere sostenuta dalle nuove tecnologie, in grado di “far parlare” quei reperti che potrebbero essere ancora conservati: l’assassino, prima di dileguarsi, ha lasciato sulla porta del bagno della Cattolica l’impronta della sua mano, di cui resta solo una foto scattata all’epoca dagli investigatori. Un’indagine che all’epoca fu condizionata dalla tardiva scoperta del cadavere, il 26 luglio 1971, e anche da iniziali superficialità.

Le piste, dal maniaco sessuale che potrebbe aver pedinato Simonetta al frequentatore della Cattolica fino alla suggestione del serial killer, non hanno portato da nessuna parte. La 25enne non è stata uccisa per rapina, e neanche in un tentativo di violenza sessuale nel bagno, mentre al piano inferiore quattro muratori erano impegnati in lavori di ristrutturazione e hanno riferito di non essersi accorti di nulla. Sul lavoro la 25enne non aveva contrasti, così come non sono emerse ombre fra le sue frequentazioni. Il movente è un mistero, e anche il killer è rimasto un fantasma.