Artem Uss, Nordio avvia azione disciplinare contro i giudici di Milano per “grave negligenza”

Sul caso del russo evaso a Milano e fuggito in Russia, il ministro della Giustizia incolpa i giudici di non aver valutato il pericolo di fuga. I magistrati insorgono: “Viola la separazione dei poteri”

Il ministro Carlo Nordio (a sinistra) e l'imprenditore russo Artem Uss, evaso in Italia e fuggito in Russia

Il ministro Carlo Nordio (a sinistra) e l'imprenditore russo Artem Uss, evaso in Italia e fuggito in Russia

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avviato un procedimento disciplinare per “grave e inescusabile negligenza” contro i tre giudici della Corte d’Appello di Milano che hanno autorizzato gli arresti domiciliari nei confronti di Artem Uss, l’imprenditore russo accusato di spionaggio evaso il 22 marzo e poi fuggito in Russia. I giudici si chiamano Monica Fagnoni, Micaela Curami e Stefano Caramellino: viene loro contestata la decisione di aver trasferito il russo dal carcere ai domiciliari nonostante ci fosse il pericolo che scappasse.

Rispetto alla fuga dell’imprenditore dall’abitazione di sua proprietà a Basiglio, in provincia di Milano, è stato ipotizzato il coinvolgimento dei servizi segreti di Mosca. Tant’è che il padre dell’imprenditore aveva ringraziato Vladimir Putin dopo il rientro del figlio in Russia. Uss era accusato di frode bancaria e contrabbando e doveva essere estradato negli Stati Uniti: questo fatto rende il caso un problema diplomatico per l’Italia. La stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva definito la fuga un fatto “abbastanza grave”.

Alla notizia della decisione di Nordio, la magistratura italiana è insorta contro il ministro, accusandolo di usare “il grimaldello del procedimento disciplinare per orientare l'attività giudiziaria” e parlando di una violazione della separazione dei poteri prevista dalla Costituzione. Cioè del principio secondo cui il potere legislativo (Parlamento), il potere esecutivo (Governo) e quello giudiziario (magistratura) hanno eguale sovranità e non possono interferire l’uno con l’altro.

Le accuse di Nordio

Qualche giorno fa, il 13 aprile, Nordio aveva ordinato di verificare tutte le misure prese dai magistrati milanesi, in particolare la decisione del 25 novembre 2022 di sostituire “la misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico". All’epoca, persino il dipartimento di Stato americano aveva avvertito i giudici dell’alto rischio di fuga del russo.

In pratica, il ministro della Giustizia accusa i giudici di “non aver valutato” elementi dai quali emergeva “l'elevato e concreto pericolo di fuga”. Artem Uss era in attesa di essere espatriato negli Stati Uniti per violazione dell'embargo nei confronti del Venezuela in quanto ricercato per una vicenda di frode bancaria e contrabbando di petrolio verso Cina e Russia

Cosa succede con l’azione disciplinare

I tre giudici non hanno ancora ricevuto l’atto di avvio dell’azione disciplinare, ma la Corte d’Appello di Milano ha ricevuto la comunicazione da parte della Procura Generale. Nell'atto, su carta intestata della Procura generale, è riportato il capo di incolpazione e, tra l'altro, si chiede ai tre magistrati di nominare un difensore.

A questo punto spetta al procuratore generale effettuare le indagini e predisporre l’istruttoria, nonché decidere se – in caso di infondatezza delle accuse – proporre al ministro Nordio l'archiviazione o meno. Qualora non ritenesse di accogliere la proposta di archiviazione, il ministro trasmetterebbe il caso per la valutazione al Consiglio superiore della magistratura, ovvero l’organo di governo interno ai magistrati.

Cosa rischiano i magistrati

Nel caso in cui i magistrati venissero ritenuti colpevoli di “grave e inescusabile negligenza”, l’ordinamento dei magistratura prevede sanzioni di diversa entità: dalla più lieve, un semplice ammonimento, fino alla sospensione delle funzioni giurisdizionali per un periodo compreso fra tre mesi e due anni. Nel caso peggiore – ma più improbabile – c’è anche la rimozione.

Le critiche a Nordio

Contro l’azione disciplinare decisa dal ministro della Giustizia si è pronunciato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia. Secondo il magistrato il ministro non può valutare nel merito le decisioni dei giudici: questa facoltà, secondo la separazione dei poteri sancita dalla Costituzione, può spettare solo ad altri magistrati.

Santalucia ha affermato che “una regola fondamentale della materia disciplinare, immediata traduzione del principio della separazione dei poteri, è che il ministro e il Consiglio superiore della magistratura non possono sindacare l'attività di interpretazione di norme di diritto e quella valutazione del fatto e delle prove. Sarebbe assai grave se questo limite, argine a tutela della autonomia e della indipendenza della giurisdizione, fosse stato superato”.

“Da quanto leggo – ha scritto Santalucia – l'addebito disciplinare muove censure al merito della decisione, contesta gli apprezzamenti dei fatti operati dal Collegio giudicante e non pare focalizzare l'attenzione sui profili di potenziale responsabilità disciplinare che, secondo la legge, sono costituiti esclusivamente dalla negligenza inescusabile che conduca alla violazione di legge, al travisamento dei fatti, all'adozione di provvedimenti privi di motivazione o con consentiti né previsti dalla legge”.

Insorgono anche i magistrati milanesi

Anche la Giunta milanese dell’Associazione nazionale magistrati ha condannato l’azione di Nordio, ricordando che “in ossequio al basilare principio di separazione dei poteri, la legge prevede in generale che l'attività di interpretazione di norme di diritto e quella di valutazione del fatto e delle prove non danno luogo a responsabilità disciplinare”. “Ciò proprio per evitare che il potere esecutivo utilizzi il grimaldello del procedimento disciplinare per orientare l'attività giudiziaria”.

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