Artem Uss, il padre ringrazia Putin per l’evasione: “Il nostro presidente è generoso”

In un video postato sui social e poi rimosso Alexander Uss: “Il nostro Paese ha molti amici che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutarlo”

Artem Uss

Artem Uss

Milano – “Ci sono molte versioni su come sia andata, ma non farò commenti. Sono solo contento che mio figlio Artem sia tornato a casa. E per questo ringrazio Vladimir Putin: non è solo il nostro presidente, è soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso”. Sono le parole contenute in un videomessaggio postato sui social da Alexander Uss, governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk e padre di Artem Uss, imprenditore 40enne evaso dai domiciliari a Basiglio (Milano)  il 22 marzo scorso. Il video è rimasto online un paio di giorni prima di essere rimosso. 

L’estradizione

Per Artem Uss la Corte d'appello di Milano aveva concesso l'estradizione negli Stati Uniti per violazione dell'embargo nei confronti del Venezuela in una vicenda di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia e per frode bancaria.

Gli amici della Russia

Nel video il governatore aggiungeva: “Il nostro Paese ha molti amici e persone oneste che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutare. So di cosa parlo”. Frasi che hanno sollevato aspre polemiche in Russia, dove i nazionalisti - stando ai social e ai media del Paese - hanno criticato Uss perché con il suo discorso espone la Federazione alle accuse dell'Occidente.

La rete di complici

Secondo fonti dell’agenzia Bloomberg, Artem Uss, ricomparso in Russia il 4 aprile, è riuscito a fuggire dall'Italia con l'aiuto di agenti russi. In base alle indagini degli investigatori milanesi Uss ha raggiunto il confine sloveno in "poche ore", poi si è diretto in Serbia. L’evasione e l’espatrio sono stati possibili grazie a più complici e più auto. Una dozzina le persone con cui sarebbe entrato in contatto durante il periodo dei domiciliari (iniziato lo scorso dicembre dopo l'arresto a Malpensa del 17 ottobre), almeno dieci i componenti dell'ingranaggio che hanno messo a punto il piano di fuga, mentre 4-5 risultano, al momento, gli indagati che avrebbero favorito l'evasione.

Pressioni dagli Usa

Attualmente in Russia, lo scorso 4 aprile il fuggiasco ha rilasciato un'intervista: "Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara parzialità politica. Purtroppo è anche pronto a piegarsi alle pressioni delle autorità statunitensi". 

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