La fuga di Artem Uss Il padre: "Grazie Putin". Ecco i primi indagati per la fuga da Basiglio

Il governatore di Krasnoyarsk Krai: "Il presidente uomo generoso". L’inchiesta: identificati 4-5 complici (tutti stranieri) del magnate. Il cambio d’auto, i documenti falsi e il passaggio al confine sloveno.

La fuga di Artem Uss  Il padre: "Grazie Putin"  Ecco i primi indagati  per la fuga da Basiglio

La fuga di Artem Uss Il padre: "Grazie Putin" Ecco i primi indagati per la fuga da Basiglio

di Nicola Palma

Ci sono i primi indagati nell’inchiesta su Artem Uss, l’imprenditore russo evaso dai domiciliari il 22 marzo per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. Stando a quanto risulta, l’inchiesta, coordinata dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova e della Compagnia di Corsico, ipotizza che il quarantenne sia stato aiutato da 6-7 "operativi" ad allontanarsi dall’abitazione di Borgo Vione a Basiglio; di questi, 4-5, tutti di origine straniera, sarebbero già stati identificati e iscritti nel registro degli indagati. Uss sarebbe riuscito a lasciare l’Italia nel giro di poche ore: effettuato il cambio di auto dopo la partenza a bordo di un’utilitaria nera, il magnate avrebbe passato il confine con la Slovenia, utilizzando documenti falsi per superare i controlli. Da lì il viaggio è proseguito verso la Russia, dove Uss è ricomparso il 4 aprile: "Sono in Russia! – ha detto quel giorno all’agenzia di Stato Ria Novosti –. In questi ultimi giorni specialmente difficili persone forti e affidabili mi sono state vicine. Grazie a loro!". Nello stesso messaggio, l’imprenditore ha spiegato il motivo che lo avrebbe spinto a scappare, inseguito da un mandato d’arresto emesso dal Dipartimento di Giustizia di Washington per reati come contrabbando di petrolio dal Venezuela, frode bancaria, riciclaggio e compravendita di tecnologie militari sull’asse New York-Mosca via Malesia: "La Corte italiana, sulla cui imparzialità all’inizio contavo, ha dimostrato la sua chiara faziosità politica. Sfortunatamente, è anche pronta a piegarsi sotto la pressione delle autorità americane".

Nelle ultime ore si è fatto sentire anche il padre del quarantenne, l’influente governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk Krai Alexander Uss, con un video (poi rimosso) ancor più beffardo: "Ci sono molte versioni su come sia andata, ma non farò commenti. Sono solo contento che mio figlio Artem sia tornato a casa. E per questo ringrazio Vladimir Putin: non è solo il nostro presidente, è soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso". E ancora: "Il nostro Paese ha molti amici e persone oneste che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutare. So di cosa parlo". Frasi che in patria avrebbero generato forti critiche dai nazionalisti, che hanno accusato Uss senior di aver dato strumenti all’Occidente per attaccare il Cremlino. In realtà, quelle frasi sembrano avere un chiaro sottinteso: qualcuno avrebbe tramato nell’ombra per organizzare il commando che materialmente ha prelevato Uss a Basiglio, muovendosi su almeno quattro macchine, di cui due di grossa cilindrata. Stiamo parlando del possibile "secondo livello", su cui si stanno concentrando anche gli accertamenti della Procura: il piano potrebbe essere stato orchestrato da uomini dei Servizi russi, che avrebbero assoldato gli "operativi" e fornito loro le direttive per portare a termine una cosiddetta "esfiltrazione".

Arrestato a Malpensa il 17 ottobre 2022, Uss è stato messo ai domiciliari con braccialetto elettronico il 2 dicembre: nella casa di Borgo Vione, erano autorizzate a entrare una dozzina di persone, dalla sorella a esponenti di spicco della diplomazia russa in Italia.

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