Imprenditore russo evaso, gli Usa ci avevano avvertito: “Non mettete Artem Uss ai domiciliari”

Milano, in un documento visionato dal “Giorno” Washington metteva in guardia l’Italia: è alto il pericolo di fuga

Aleksandrovic Artem Uss, 40 anni, è evaso da Basiglio mercoledì pomeriggio

Aleksandrovic Artem Uss, 40 anni, è evaso da Basiglio mercoledì pomeriggio

Milano, 28 marzo 2023 – Gli Stati Uniti temevano sin dall'inizio che Artem Uss potesse scappare. Lo testimonia un documento che il Giorno ha visionato e che è stato inviato il 29 novembre 2022 dall'Ufficio per gli affari internazionali del Dipartimento di Giustizia americano all'Ufficio Cooperazione internazionale del Ministero della Giustizia italiano e inoltrato nei giorni successivi anche alla Sezione V Penale della Corte d'Appello di Milano.

Le date

L'imprenditore russo, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, viene arrestato all'aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022, poco prima di imbarcarsi con la moglie su un volo diretto a Istanbul. La polizia di frontiera ammanetta il quarantenne in esecuzione del mandato di cattura spiccato dal Dipartimento di Giustizia statunitense il 26 settembre 2022: è accusato di aver contrabbandato petrolio con il Venezuela in violazione dell'embargo e tecnologie militari dagli Usa verso la Russia, di frode bancaria e di riciclaggio. Due giorni dopo, il 19 ottobre, il sostituto procuratore americano di New York che sta seguendo il caso invia una lettera in cui segnala l'alto rischio di fuga.

Artem Uss
Artem Uss

La richiesta dei legali

Nel frattempo, gli avvocati di Uss presentano alla Corte d'Appello di Milano l'istanza di domiciliari per il loro assistito: nella richiesta spiegano che il russo sta spostando sempre più i suoi interessi economici e familiari in Italia, danno conto del ruolo da consigliere in una società che gestisce un hotel quattro stelle sulla costa orientale della Sardegna e assicurano che di Uss si prenderà cura la moglie Maria Yagodina in un appartamento affittato nel complesso residenziale Borgo Vione a Basiglio (dove la coppia possiede già da giugno un'altra abitazione in ristrutturazione).

I domiciliari e la mail urgente

Il 27 novembre 2022, i giudici della Corte d'Appello danno l'ok ai domiciliari, anche se Uss ci andrà solo il 2 dicembre, dopo la predisposizione del sistema per il braccialetto elettronico. Il 29 novembre, arriva la lettera del Dipartimento di Giustizia di Washington, tramite il magistrato di collegamento presso l'Ambasciata americana a Roma. "Le autorità statunitensi - si legge - hanno recentemente appreso che nei confronti di Artem Uss, ricercato per l'estradizione negli Stati Uniti, è stata o sarà presto disposta la misura degli arresti domiciliari in seguito a un provvedimento della Corte d'Appello di Milano. Dato l'altissimo rischio di fuga che Uss presenta - come indicato nella lettera del sostituto procuratore statunitense del 19 ottobre 2022 - esortiamo le autorità italiane a prendere tutte le misure possibili per disporre nei confronti di Uss la misura della custodia cautelare per l'intera durata del procedimento di estradizione, compreso un ricorso alla Corte di Cassazione contro il provvedimento degli arresti domiciliari della Corte d'Appello di Milano".

I precedenti

La missiva continua così: "Ai sensi del Codice di procedura penale italiano, l'articolo 714 comma 2, le misure coercitive devono tenere conto dell'esigenza di garantire che la persona della quale è domandata l'estradizione non si sottragga all'eventuale consegna. Uno schema consolidato di latitanti che sono fuggiti mentre era in corso una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti rafforza il fatto che gli arresti domiciliari non garantiscano efficacemente la disponibilità del latitante per un'eventuale consegna".

Per rafforzare il concetto, la Divisione criminale dell'Ufficio per gli affari internazionali elenca i nomi dei detenuti in attesa di estradizione scappati negli ultimi tre anni mentre erano ai domiciliari: dalla spagnola Laura Virginia Fernandez Ibarra al nigeriano Efeturi Simeon, dallo statunitense Christopher Charles Gardner al greco Christos Panagiotakopoulous, dalla svizzera Teresa Daisy Rafoi Bleuler al tedesco Uwe Bangert.

"Ognuno di questi sei latitanti - la conclusione - ha compromesso il rispettivo procedimento di estradizione italiano, ha vanificato risorse giudiziarie e processuali sia dell'Italia che degli Stati Uniti e si è sottratto alla giustizia. Concedere a Uss la misura degli arresti domiciliari aumenta indebitamente il rischio sostanziale che egli faccia lo stesso". Di conseguenza, "richiediamo rispettosamente che le autorità italiane si assicurino che Uss sia rimesso in custodia cautelare per l'intera durata del procedimento di estradizione, in modo che possa affrontare la giustizia negli Stati Uniti se l'estradizione venisse concessa".

La fuga

In effetti, l'estradizione viene concessa il 21 marzo, con riferimento solo alle accuse di contrabbando di petrolio con il Venezuela e di frode bancaria. Il giorno dopo, però, Artem Uss scompare nel nulla: alle 14.07 del 22 marzo, esce a piedi da Borgo Vione, sale su un'auto guidata da un complice e si allontana. Porta con sé il braccialetto elettronico, ma l'allarme suona solo dopo alcuni minuti. I carabinieri arrivano davanti all'appartamento per controllare cosa sia successo, ma trovano la porta blindata chiusa: in casa c'è la tv accesa. A quel punto, parte la chiamata ai vigili del fuoco per sfondare, ma quando i militari fanno ingresso nell'abitazione non trovano alcuna traccia del quarantenne, che in quel momento è già in viaggio verso la frontiera. La moglie era già rientrata il 13 marzo, motivando il suo momentaneo ritorno in Russia con la necessità di dover accudire il figlio minore della coppia. Dovrebbe tornare il 17 aprile, ma è evidente che non lo farà. Così come il marito.

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