REDAZIONE MILANO

Amicizia, politica e affari: la rete: "Se dico piscina Cozzi cosa pensi?"

La corte del “re del mattone“, da Boeri a Malangone. Le “soffiate“ sui progetti e le colazioni di lavoro .

La corte del “re del mattone“, da Boeri a Malangone. Le “soffiate“ sui progetti e le colazioni di lavoro .

La corte del “re del mattone“, da Boeri a Malangone. Le “soffiate“ sui progetti e le colazioni di lavoro .

di Andrea Gianni

C’era l’archistar Stefano Boeri, conosciuto in tutto il mondo, e l’amico Giuseppe Sala. Il fitto scambio di messaggi su progetti, come il bando per la vendita dell’ex anagrafe in largo De Benedetti e l’edificio in via Cenisio 2 al centro degli interessi di Coima, con il direttore generale del Comune Christian Malangone (anche lui tra gli indagati) che Manfredi Catella definiva nel 2022 una "colonna della metropoli" o, nel 2023, blandiva con la frase "Christian for ministry".

Messaggi e scambi di cortesie, seguiti da appuntamenti per caffè e colazioni di lavoro in quel bar dove fanno "la brioche buona", e dove secondo le accuse fuori dalle sedi istituzionali si disegnava l’urbanistica milanese.

Sponde politiche, una rete con architetti e professionisti creata da Manfredi Catella, che negli ultimi anni ha modificato con i suoi progetti lo skyline di Milano in una parabola ascendente del colosso Coima che si è scontrata con le inchieste e con gli arresti domiciliari per il suo fondatore, che oggi chiederà al Riesame di poter tornare in libertà.

Rapporti in cui l’amicizia si mischia con gli affari, toni che si fanno perentori e pressanti, dimenticando le buone maniere quando si tratta di spingere progetti arenati come il Pirellino.

Uno degli episodi, che emergono dalla mole di chat depositate dalla Procura, riguarda la piscina Cozzi, struttura comunale inaugurata quando correva l’anno 1934. "Se ti dico piscina Cozzi tu cosa dici?", scrive Malangone e Catella il primo marzo 2023. "Che idea hai?", risponde pronto l’imprenditore. "Vorrei fare una concessione a un soggetto che tiene la vocazione storica della piscina ma poi la riqualifica – spiega il dg – e fa funzioni accessorie, ristorazione, fitness ecc...Insomma una cosa splendida". Catella manifesta, quindi, il suo interesse: "Il luogo si presta, ci penso". E Malangone assicura: "Io comunque vado avanti in quella direzione". Poi, nei giorni successivi, Catella spinge con Malangone sul progetto in via Cenisio: "Stiamo solo chiedendo di poter realizzare quello che compreremmo".

Nelle fasi delicate con al centro il futuro del progetto del Villaggio Olimpico e del Pirellino, Catella scrive a Malangone: "Lavora per non farci fermare". E lui replica: "Ormai è la mia fissa". Poi c’erano gli scambi (più sporadici) con l’architetto Giuseppe Marinoni, all’epoca presidente della Commissione per il paesaggio del Comune. Qui i toni di Catella si fanno imperiosi, sempre secondo quanto emerge dalle chat, quando si tratta di ottenere parere positivo a progetti come il Villaggio olimpico o il Pirellino.

Marinoni, rispondendo a Tancredi, sul Villaggio nell’ex scalo Porta Romana il primo luglio 2022 quasi si scusa per la decisione dell’organismo: "Ci sono alcune criticità nel progetto. Abbiamo formulato un parere condizionato con alcuni elementi da modificare". E Catella risponde seccato: "Temo non ci siano i tempi. Forse utile confrontarsi prima su opere di interesse pubblico con cronoprogramma serrato". L’architetto, quindi, replica che "i confronti sono utili per trovare soluzioni". Anche con Marinoni emergono, dalle chat, call e incontri, un altro anello della rete creata attorno a piazza Gae Aulenti.