Amelia abbandonata in una scatola a Sesto San Giovanni. Tempi e modi per l’adozione

L’appello del sindaco: "Pronti ad aiutare economicamente i genitori". Se non si presenterà nessuno partirà l’iter adottivo

L'ingresso dell'ospedale di Sesto San Giovanni

L'ingresso dell'ospedale di Sesto San Giovanni

Sesto San Giovanni  (Milano), 30 maggio 2023 – La bambina si trovava in uno scatolone, come quelli usati per i traslochi. È stata lasciata davanti all’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Sesto San Giovanni. Si parla di una neonata, forse qualche settimana di vita, che è stata abbandonata la mattina del 5 maggio. Solo un lenzuolo ad avvolgerla. Il personale medico l’ha presa subito in carico, sottoponendola alle prime cure, rese ancora più urgenti dal fatto che la piccola era rimasta fuori dalla struttura per alcune ore.

Condizioni di salute

Un quadro clinico delicato, che ha reso necessario il trasferimento, nella stessa giornata, all’ospedale Niguarda di Milano, che dispone di un reparto di terapia intensiva neonatale ed è in grado di dare assistenza a 360 gradi, anche rispetto a patologie specifiche (ad esempio, l’estrema prematurità, problemi respiratori o all’apparato cardiovascolare).

Oggi Amelia si trova ancora nel nosocomio milanese. Non sta più male, le sue condizioni di salute risultano essere stabili, dopo le cure che ha ricevuto in queste settimane. Una volta fuori pericolo si è proceduto alla registrazione: la bambina non aveva documenti né un nome né risultava la sua nascita in nessun elenco.

La scelta del nome

È proprio nell’ospedale del capoluogo che è avvenuta la scelta del nome Amelia, poi iscritto nei giorni scorsi all’anagrafe e all’ufficio dello stato civile di Sesto San Giovanni, dove era stata abbandonata.

Mentre l’ospedale mantiene il riserbo più stretto e ha preferito non rispondere alle domande del Giorno , la vicenda è stata raccontata dal sindaco Roberto Di Stefano, che ieri ha lanciato un appello alla madre della neonata, offrendo un programma per un supporto anche di tipo finanziario con la presa in carico dei servizi sociali. "La bambina è una cittadina sestese. Invito i suoi genitori, la madre, a contattarmi. Voglio assicurare alla signora che, qualora il motivo dell’abbandono sia dovuto a indigenza e motivi economici, il Comune provvederebbe a darle sostegno".

Come avviene l’adozione

I tempi sono stretti, anche se ci sono state deroghe da parte dei tribunali italiani a seconda delle singole storie: in linea generale, la famiglia ha dieci giorni per “reclamare” il figlio abbandonato. Scaduti i termini per il riconoscimento, viene avviato il procedimento di adottabilità. Poi solitamente viene formata una rosa di cinque coppie di aspiranti genitori, vagliando oltre 500 domande che ogni anno arrivano da tutta Italia. Infine, la Camera di consiglio individua la famiglia più adatta. "I termini iniziano a decorrere dal momento in cui il nominativo è stato trascritto nei registri del Comune – fanno sapere dagli uffici di Sesto -. Dunque c’è ancora del tempo perché figlia e madre si riuniscano".

L’appello del sindaco

Il municipio spera nell’happy end. "Faremo il possibile per assicurare che la bambina possa tornare dalla madre - ha commentato Di Stefano –. La madre della neonata non deve avere paura e riconoscere la figlia. Noi saremo al suo fianco e non verrà lasciata sola". La scatola di cartone era stata lasciata fuori dal pronto soccorso da una signora, presumibilmente il genitore. "Sul nostro territorio ci sono inoltre numerose realtà che lavorano per risolvere queste storie tristi – ha concluso il sindaco -. E il nostro Comune ha predisposto una serie di progetti e misure di sostegno per dare supporto proprio alle famiglie in difficoltà".

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