Passanti accoltellati in zona Centrale, l’aggressore: “Non ricordo, forse ero drogato”

Interrogatorio di convalida per Rhasi Abrahman, 23enne marocchino, arrestato due giorni fa dopo aver ferito sei persone in una serie di rapine

Milano, 8 marzo 2023 – Non vuole andare in carcere Rhasi Abrahman, il 23enne marocchino arrestato due giorni fa dalla Polizia per aver ferito con un coltellino sei passanti in una serie di rapine nelle vie attorno alla stazione Centrale di Milano.

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Vuole essere curato e poi andare in una comunità perché lui "non ricorda" quello che ha fatto lunedì alle 17.45 quando ha aggredito con un coltellino ogni donna che gli si presentava sulla strada cercando di strapparle telefono, soldi e borsetta. "Forse ero drogato: Sono stato io? Cosa ho fatto?"

Mezz'ora in tutto di interrogatorio di convalida (scontata) davanti al gip Lidia Castellucci. Ma il quadro, più delle sue parole, non attendibili, lo definiranno le analisi tossicologiche e la perizia psichiatrica disposta dalla Procura, a cui sarà sottoposto per capire il quadro entro cui stabilire la pena e la sede opportuna per scontarla.

L'avvocato Nicola D'Amore ha spiegato che il giovane, nell'interrogatorio davanti al gip ha solo parzialmente ammesso i fatti, anche "a causa di alcol e droga”. Ha riferito anche di aver usato un farmaco a base di benzodiazepine. Le analisi tossicologiche dovranno chiarire quali sostanze abbia assunto.

Il giovane ha negato di avere precedenti, anche se risulta una denuncia per aver strappato di mano il cellulare a un uomo su un bus il 6 febbraio. Gli inquirenti stanno anche verificando se il 23enne possa aver commesso anche altre aggressioni.

“Rhasi Abrahman vive in un sottopasso della Centrale ed è senza permesso di soggiorno", ha spiegato il suo avvocato Nicola D'Amore. E ha proseguito: "Il giovane non ha riferimento di familiari, è senza documenti. In questo momento si trova nell'infermeria di San Vittore perché la colluttazione ha provocato anche a lui ferite, in più è ancora sotto l'effetto di stupefacenti". E infine: "Con l'assenso della procura e del giudice si potrà trovare una comunità terapeutica e puntare, dopo, a una sua espulsione".

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