LA.LA.
Cronaca

Paderno Dugnano, l’ex sala dei Testimoni di Geova diventa un centro islamico. La sindaca: costruiamo ponti

Mentre scoppia la polemica leghista, l’Amministrazione conferma che l’iter seguito, "per quanto di competenza, è stato regolare, trasparente e nel totale rispetto della normativa"

L’ex sala del Regno dei Testimoni di Geova diventerà un centro culturale islamico

L’ex sala del Regno dei Testimoni di Geova diventerà un centro culturale islamico

L’ex sala del Regno dei Testimoni di Geova diventerà un centro culturale islamico. L’immobile di via Filippo Meda è stato infatti acquistato da parte di un’associazione islamica. Mentre scoppia la polemica leghista, l’Amministrazione conferma che l’iter seguito, "per quanto di competenza, è stato regolare, trasparente e nel totale rispetto della normativa". Da tempo i fedeli stavano cercando uno spazio adeguato per riunirsi "e il percorso seguito risponde pienamente ai requisiti. L’immobile aveva già una sua destinazione d’uso come luogo di culto e non sono quindi necessarie modifiche urbanistiche". Il gruppo promotore è già in relazione con l’Amministrazione "e ha sempre dimostrato affidabilità e correttezza nei rapporti istituzionali. Partecipa da anni alle attività di dialogo interreligioso promosse dalla Chiesa di Milano e anche nel raccordo della recente consulta regionale".

"Quello che ci interessa è costruire ponti, come ha ricordato Papa Leone XIV nel suo primo discorso, e promuovere l’integrazione nella legalità e nel rispetto reciproco - commenta la sindaca Anna Varisco -. La nostra comunità ha bisogno di tessere un dialogo costruttivo con tutti, per il benessere della città".

La comunità islamica residente a Paderno rappresenta una parte significativa, che ora ha così a disposizione un nuovo luogo dove svolgere attività sociali, culturali e religiose, "in continuità con quanto già avviene in altre sedi regolari in altri territori. La relazione con interlocutori seri e di fiducia è fondamentale perché crea coesione, favorisce l’integrazione e permette di prevenire eventuali derive che possono ingenerarsi proprio laddove le attività vengono svolte in luoghi non adeguati e sono condotte da gruppi non riconosciuti".

Di parere opposto l’eurodeputata della Lega Silvia Sardone, reduce da anni di battaglia contro la grande moschea di Sesto, dove però la comunità musulmana resta a pregare in un prefabbricato che pure fu più volte dichiarato "irregolare" proprio dall’attuale giunta di centrodestra. "L’ennesimo episodio preoccupante di un’islamizzazione crescente tra Milano e hinterland. Urge chiarezza fin da subito: sorgerà una moschea? Da dove provengono i fondi usati per l’acquisto? Il Comune a guida Pd dia delle risposte immediate: su trasparenza e sicurezza non si deve transigere", incalza insieme al segretario cittadino Francesco Bruscolini. La sindaca non ha dubbi: "Il diritto di poter professare liberamente la propria fede religiosa è ben descritto dall’articolo 19 della Costituzione italiana".