BRUNO VILLOIS
Cronaca

Gli ostacoli della “campagna acquisti“ di prof universitari americani

Villois Lo scontro tra Trump e buona parte degli atenei statunitensi, tutti posizionati ai vertici mondiali per ricerca, didattica e vivibilità,...

Villois Lo scontro tra Trump e buona parte degli atenei statunitensi, tutti posizionati ai vertici mondiali per ricerca, didattica e vivibilità,...

Villois Lo scontro tra Trump e buona parte degli atenei statunitensi, tutti posizionati ai vertici mondiali per ricerca, didattica e vivibilità,...

VilloisLo scontro tra Trump e buona parte degli atenei statunitensi, tutti posizionati ai vertici mondiali per ricerca, didattica e vivibilità, sta spingendo diversi Paesi di europei, tra cui il nostro, a candidarsi per portare nelle proprie università quei docenti che vogliono trasferirsi in altre università non statunitensi. Bene subito sottolineare il diverso modello gestionale tra gli atenei di oltre oceano e soprattuto i nostri, modelli che sono all’opposto per autonomia, con la loro, nonostante la narrativa, che per i 2/3 riceve contributi privati, che corrispondono a circa il 1,3% del Pil Usa, ovvero circa 300 miliardi di dollari. Così com’è molto diverso il ruolo di docente, da noi si ottiene in carriera, mentre là è di massima a tempo ed è anche legato alla capacità di concorrere ad ottenere contributi i da destinare all’università di appartenenza. Il loro modello economico ha consentito agli atenei patrimonializzazioni stellari, per i primi 10, di cui 7 sono ai vertici delle classifiche mondiali, il totale supera i 300 miliardi dollari, pari ad oltre il 40% della capitalizzazione di piazza Affari. Senza dimenticare che il prestigio che deriva ai laureati e ai docenti delle più importanti li rende ambiti dai più importanti gruppi economici mondiali, ogni anno dalla sola Cina si iscrivono agli atenei Usa, decine di migliaia di studenti che dopo la laurea rientrano in patria per occupare posti rilevanti nelle loro economia. Infine, si tende a sottovalutare in italia, l’importanza del campus, che negli Usa è una vera cittadella in cui vivono docenti e studenti, lo sport è parte integrante del modus vivendi e molte discipline hanno al vertice delle classifiche dei campionati nazionali squadre di università. Difficile pensare che siano in molti a trasferirsi in Italia, dove anche le più prestigiose università, tutte milanesi, quando va bene dispongono di mini campus, gli stipendi sono infinitamente più bassi, e gli investimenti per ricerca e formazione universitaria sono irrisori in confronto a quelli Usa.