
Leonardo Del Vecchio, erede Luxottica
MILANO – Una lista di “100 nomi” tra cui “20/30 tra top manager e il board members, i consiglieri di EssilorLuxottica, tutto il consiglio di Delfin, tutta la mia famiglia, più altri nomi”. Un elenco di soggetti “dossierati”, nelle mani dell’ex carabiniere Vincenzo De Marzio, che emerge dall’interrogatorio di Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del fondatore di Luxottica morto il 27 giugno 2022, reso nell’ambito dell’inchiesta milanese sulle cyber-spie di Equalize, dove spuntano anche possibili collegamenti con la “Squadra Fiore“, altro centro di dossieraggi illeciti sui cui sta indagando la Procura di Roma. Del Vecchio Jr, tra gli eredi di un impero, ha negato di aver commissionato attività di spionaggio sulla ex fidanzata Jessica Ann Sarfaty (ha spiegato di aver chiesto solo di “pedinarla” perché “ero innamorato”) e sui suoi familiari. Si è detto piuttosto vittima di una “truffa” orchestrata da persone legate all’agenzia milanese Equalize, come l’hacker Nunzio Samuele Calamucci e l’ex carabiniere De Marzio, che gli avrebbe mostrato quell’elenco.
L’imprenditore 30enne, che tra l’altro ha appena preso il controllo del marchio di bevande Boem, con Fedez e Lazza come “ambassador“, è stato interrogato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Francesco De Tommasi che vedeva Del Vecchio indagato per concorso in accessi abusivi, anche se la sua posizione non compare nella recente chiusura indagini sul filone principale, a carico tra gli altri del fondatore di Equalize ed ex presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali. Stando alle indagini, Calamucci avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.
Quest’ultimo ha spiegato ai pm che la famiglia non ha esattamente “un rapporto” da Mulino Bianco, “perché siamo tre generazioni diverse”, ma lui spese 455mila euro per comprare quel documento, in sostanza per evitare che lo comprassero altri. “Era una roba – ha detto – per farla proprio sparire, e lì ho iniziato a sentirmi un po’ estorto (...) io l’ho fatto per protezione alla famiglia”.
Ha parlato quindi di “paura”, di presunte intimidazioni e anche di un tentativo di “minare l’asse” tra lui e Francesco Milleri, l’amministratore delegato di EssilorLuxottica. Gli sarebbe stato riferito, infatti, che Milleri lo stava “dossierando”. “Non ho mai creduto che l’azienda avesse mai fatto qualcosa contro di me (...) anzi l’azienda mi è stata vicino – ha spiegato Del Vecchio – in prima persona Francesco Milleri”. Poi si rivolge ai pm: “Saremmo dovuti venire da voi prima? Poco ma sicuro”.