
Bianca Balti (Foto newsletter Substack)
Milano, 16 settembre 2025 – Se non tutti, sicuramente i suoi fan e follower se ne erano accorti: durante l’estate Bianca Balti era sparita dai social, creando non poca preoccupazione. Nelle ultime settimane, è ricomparsa raccontando di essere diventata testimonial della campagna ‘Ovaries. Talk about them’, un movimento globale per rendere realtà il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul Dna.
Oggi, nella sua nuova newsletter, creata per connettersi con il pubblico, la top model lodigiana ha raccontato come ha trascorso gli ultimi mesi, spiegando perché ha deciso di prendersi una pausa. Non ha fatto molto giri di parole e, definendosi brutalmente onesta ha detto: “Perché ero depressa”.

Dopo la diagnosi di tumore ovarico, Bianca ha sempre cercato di lanciare messaggi positivi. E anche dopo l’intervento chirurgico e le numerose cure, si è sempre mostrata forte e sorridente, cercando di accettare e apprezzare la vita per quello che offre. Un atteggiamento che ha subito rappresentato (e ancora oggi rappresenta) un esempio per molti. Ma non è stato sempre facile e oggi lo ha ammesso.
“Prima di tutto: grazie”
“Prima di tutto: grazie! Ho ricevuto messaggi privati, preghiere, piccoli biglietti con scritto ‘ci manchi’ e parole di persone che mi raccontavano come la mia presenza ottimista avesse reso più sopportabile una giornata difficile, durante un trattamento o un lutto. Quei messaggi significano più di quanto riesca a dire. Sono esattamente il motivo per cui sto scrivendo: per spiegare perché sono sparita da Instagram e per essere onesta – davvero onesta – su quello che stavo attraversando”, ha scritto la modella nella newsletter.
La campagna Ovaries
E ha proseguito: “Di recente ho pubblicato la campagna di Camilla and Marc – il progetto ‘Ovaries. Talk about them’ – ma non condividevo pezzi della mia vita personale da molto tempo. L’ultimo post nel feed è datato 10 giugno. Ho dovuto aprire il profilo per controllare, perché non me lo ricordavo; e questo mi ha sorpresa. Prima ancora: il 5 giugno (Matilde ha compiuto 18 anni), poi il 30, 28, 19, 11, 1 maggio… quello era il mio ritmo. Le stories? Ogni giorno. Più volte al giorno. Quindi il silenzio è stato assordante persino per me. Quello che è successo a giugno è stato allo stesso tempo rumoroso, complicato e ordinario”.
Le aspettative
Ed ecco l’inizio dell’estate tra desideri e progetti: “La mia figlia maggiore, Matilde, ha compiuto 18 anni il 5 giugno. Si è diplomata il 10 giugno e una settimana dopo si è trasferita a New York per fare la modella. Il giorno dopo il diploma sono volata in Italia con la mia figlia più piccola, Mia, immaginando un'estate in Europa che avrebbe guarito il duro inverno che avevo avuto: cancro, chemio, paura di non dormire. Volevo sole, famiglia, semplice gioia”.
Invece, le cose sono andate diversamente, “si sono sgretolate in silenzio”, ha raccontato Bianca. “I figli dei miei amici erano ancora a scuola; erano impegnati con il lavoro; il mio ragazzo (con una relazione a distanza) ha avuto un mese caotico al lavoro; i piani che avevo immaginato semplicemente non si sono concretizzati. Le aspettative sono risentimenti premeditati, e ho sentito quei risentimenti insinuarsi, rapidamente”.
Il confronto 2024-2025
“Ricordo di essere stata in Sardegna – ha rivelato la top model – e di non sapere come alzarmi dal letto. Ogni tentativo di divertirmi si è trasformato in una piccola delusione. Una sera sono andata nel mio locale preferito e mi sono sentita sbagliata ovunque: tutti bevevano (sono sobria), il DJ metteva pezzi che non conoscevo, Matilde non era lì a ballare con me come l'anno prima. Continuavo a paragonare quest'estate a quella precedente – la migliore estate della mia vita – in cui ero single e mi sentivo libera, spensierata e forte. Quell'estate sembrava impossibile da ricreare. E dopo il cancro, la vita non è più la stessa.
Cos’è successo davvero
“Ci sono ovvie ragioni esterne per questa tristezza: il mio primogenito che se ne va di casa, i genitori che fanno altri progetti, gli amici che viaggiano, un fidanzato oberato di lavoro, un ritorno anticipato negli Stati Uniti per presentare la documentazione per la green card. Ma – non ha nascosto Bianca – c'era una corrente più profonda sotto”.
Ed ecco la spiegazione: “L'8 settembre dell'anno scorso mi è stato diagnosticato un tumore ovarico in stadio 3. Sono stata operata due giorni dopo e ho iniziato la chemioterapia un mese dopo. Quella sequenza – la diagnosi, l'operazione, la chemio, la guarigione – ha riorganizzato la mia vita interiore. Ci ho lavorato, ho cercato di essere coraggiosa, ho continuato, ma non c'è mai stata l'opportunità di convivere con quello che era successo. La vita continuava a scorrere: ritorno al lavoro, una nuova medicina che mi ha fatto sentire peggio della chemioterapia per sei settimane, un viaggio in Giappone mentre ero ancora debole, compleanni da sola, lunghi periodi senza vedere il mio compagno. Quando tutto finalmente ha rallentato a giugno, il mio cervello ha fatto quello che fa il cervello dopo un sovraccarico: si è spento. Il mio corpo l'ha seguito. Ho pianto, non riuscivo ad alzarmi dal letto, mi sentivo come se mi avessero tolto la terra da sotto i piedi”.
Priorità alla salute
Serviva una svolta ed è arrivata grazie al suo compagno: “Alessandro, che è stato una vera manna dal cielo, mi ha spinto a vedere la mia psicologa oncologica, una persona con cui non parlavo da mesi. Mi ha chiesto se avessi preso i cerotti agli estrogeni. Non li avevo presi. Li ho interrotti a dicembre senza notare cambiamenti fisici immediati e non ho mai collegato quella scelta al mio umore. Gli ormoni sono importanti. Ho ripreso i cerotti. Ho ricominciato la terapia, settimanalmente. Mi sono iscritta a Pilates. Ho riempito il frigorifero di cibo che mi aiutasse a sentirmi stabile. Mi sono riposata. Ho riallacciato i rapporti con gli amici. Ho semplificato la mia vita e ho dato priorità alla mia salute. Ho anche messo in pausa il lavoro. Ho annullato alcuni progetti. Mi spaventava, ma mi è sembrata l’unica cosa sensata da fare”.
La depressione
Infine, ecco la causa di tutto: “La depressione è un posto strano e cattivo”. E ancora: “Ti fa sentire sola. Ti fa sentire in fin di vita nei piccoli e privati modi in cui il tuo cervello ti convince che non c'è via d'uscita. Ogni volta che mi sono sentita giù, mi sentivo peggio della volta precedente: il dolore non si accumula in modo uniforme, si aggrava. E dopo mesi in cui sono stata "forte" nonostante il cancro, questa vulnerabilità mi è sembrata quasi un tradimento. Perché io, che ho lottato così duramente, avrei dovuto cedere proprio ora? Perché non mi era permesso stare male?”.
Il silenzio come protezione
Bianca ha così spiegato che sparire dai social era un modo per proteggersi: “Parte del mio silenzio era protezione. Non potevo fingere che andasse tutto bene. Non potevo pubblicare una foto sorridente e fare finta che il livido dentro non ci fosse. Mi preoccupava anche lo sguardo pubblico: dici qualcosa di crudo e la stampa può deformarlo; leggi la cattiveria nei commenti anonimi e la tristezza si approfondisce. Volevo proteggere la mia energia. Eppure, non dire nulla sembrava una frode. Non volevo presentare una versione di me che dicesse ‘sempre ok’ quando non lo sono sempre”. “Così – ha detto – ho fatto un passo indietro. Ho custodito le mie piccole riserve di attenzione e tenerezza. Non volevo essere sofferenza esibita né guarigione esibita. Volevo guarire in un modo che fosse privato e onesto”.
Serve tempo per i social
Ad oggi Bianca non se la sente ancora di tornare sui social: “Questo Substack è la mia voce lenta e paziente. Instagram è rumoroso e immediato e ha una portata più ampia – e ci tornerò, a tempo debito. Ma avevo bisogno di un posto dove scrivere senza paura dei numeri, senza il loop dopaminico, senza la pressione di confezionare tutto in modo carino. Avevo bisogno di essere disordinata, contraddittoria, vera”.
“Sono un’opera in corso – ha aggiunto la top model nella sua lunga confessione - . Il trattamento è andato bene; sono in remissione da mesi. Ho due figlie incredibili, un compagno che c’è, amiche che sono famiglia, una casa piena di piccole gentilezze. Sono grata. Ma la gratitudine non cancella la depressione. La complica. A volte la fa sentire imbarazzante. Per questo lo dico chiaramente: la depressione dopo aver superato il cancro è reale, permessa e non un fallimento morale”.
L’incoraggiamento
Infine, un incoraggiamento: “Se ti sei mai sentita così – esausta del tuo corpo e dei tuoi pensieri, vergognosa per essere triste quando c’è tanto per cui essere grate – non sei sola”. E ancora: “Non ho una morale ordinata o un ‘come fare’ che sistemi tutto. Ho piccole verità: aggiustamenti di farmaci, terapia, movimento, cibo che aiuta, persone che ti spingono quando sei bloccata. Ho pazienza per me stessa (la sto ancora imparando). Ho un piano per tornare piano piano nel feed, a condizioni che mi mantengano in salute”. “Per ora scriverò qui. Tornerò su Instagram quando sentirò che è il momento giusto. Continuerò a presentarmi imperfettamente, perché è l’unico modo vero di esserci”, ha concluso Bianca, esortando i suoi lettori a scrivere i propri pensieri per confrontarsi o cercare aiuto.