PAOLA ARENSI
Cronaca

Bonus casa, truffa a Lodi: lavori fantasma per incassare i crediti d’imposta, 6 imprenditori denunciati e maxi-sequestro

Scoperti dalla Guardia dopo aver inviato comunicazioni sulla piattaforma web dell’Agenzia delle Entrate: scatta anche il sequestro preventivo di beni per 2,5 milioni di euro

La guardia di finanza di Lodi mette i sigilli al cantiere (Omaggio)

La guardia di finanza di Lodi mette i sigilli al cantiere (Omaggio)

Lodi, 9 novembre 2023 – Falsi crediti d’imposta per ristrutturazioni di facciate mai eseguite, scatta un maxi sequestro da 2,5 milioni di euro. Sono sei gli imprenditori, di altrettante società, colpiti dal provvedimento e denunciati a piede libero. Le sedi si trovano nelle province di Lodi, Milano, Como e Pavia.

Le fiamme gialle hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo emesso d’urgenza dalla locale Procura della Repubblica, per l’importo complessivo di oltre 2,5 milioni di euro. Cifra che, per gli inquirenti, sarebbe composta dall’ammontare di falsi crediti d’imposta, generati da lavori di ristrutturazione di facciate di edifici mai eseguiti e dal profitto derivante dalla monetizzazione e compensazione degli stessi crediti fittizi.

Il sistema architettato

Gli inquirenti della procura lodigiana hanno eseguito gli accertamenti e ora gli indagati sono accusati di aver costruito un articolato sistema di frode. Giro basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta, nell’ambito dei bonus fiscali previsti dalla vigente normativa (Bonus 110%, Bonus Facciate, Sisma Bonus, Ecobonus).

Il tutto mediante l’invio di comunicazioni fittizie all’Agenzia delle Entrate, tramite la procedura web denominata “Piattaforma cessione crediti”, relative alla compravendita di crediti fiscali generati da lavori edilizi di ristrutturazione di facciate di edifici.

Lavori però, per gli inquirenti, che non sarebbero mai stati eseguiti. Si contesta anche la monetizzazione dei crediti fittizi, avvalendosi di ulteriori società che, per la guardia di finanza, sarebbero state gestite da soggetti appartenenti al medesimo contesto criminale.

L’organizzazione, secondo l’accusa, sarebbe quindi riuscita a incamerare ingenti profitti e a evitare il pagamento delle tasse, attraverso la compensazione di queste ultime, con i crediti fasulli.

Le accuse agli imprenditori

I sei indagati risponderanno quindi delle accuse di truffa ai danni dello Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione e autoriciclaggio. Infine il pubblico ministero ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dei loro beni, per l’importo complessivo di oltre 2.578.000 euro.

Il sequestro, nel complesso, implica falsi crediti d’imposta presunti per oltre 1.744.000 euro, presenti nei cassetti fiscali dei soggetti indagati, due proprietà immobiliari ubicate nel milanese e disponibilità finanziarie su rapporti bancari per oltre 22.000 euro. La misura cautelare del sequestro d’urgenza, che è stata convalidata dal gip del tribunale di Lodi, si è resa necessaria per evitare l’introduzione e la circolazione, nel circuito economico legale, di crediti d’imposta fittizi che avrebbero potuto formare oggetto di ulteriori indebite compensazioni con debiti tributari o di ulteriori cessioni a terzi.