Il danno e la beffa dei bonus edilizi "Costretti a vivere in un cantiere"

L’odissea di un ingegnere di Biassono e della sua famiglia finiti nella presunta truffa delle ristrutturazioni

Il danno e la beffa dei bonus edilizi  "Costretti a vivere in un cantiere"

Il danno e la beffa dei bonus edilizi "Costretti a vivere in un cantiere"

di Martino Agostoni

"Non posso proseguire con i lavori del superbonus 110 perché, oltre a doverli ripagare, dovrei trovare un nuovo direttore dei lavori che si assuma la responsabilità di subentrare a metà dell’opera su un progetto non suo. E non posso neanche tornare indietro perché mi hanno già svuotato il cassetto fiscale". E dalla scorsa estate la casa di Paolo Gregori è prigioniera di un cantiere bloccato a tempo indeterminato, una villetta monofamiliare a Biassono in zona Parco dove vive con la moglie e due bambini piccoli che da un anno è circondata da un ponteggio che non può essere rimosso e con una serie di interventi per migliorarne l’efficienza energetica avviati e poi abbandonati a metà.

Paolo Gregori, ingegnere di 44 anni, è uno dei promotori del comitato “Quelli che aspettano Casazero“, il gruppo che in tutta Italia riunisce circa 1.100 clienti del Consorzio Casa Zero, una società del Gruppo Zero srl con sede in provincia di Treviso, che si è costituita un paio d’anni fa per proporsi come general contractor verso proprietari di immobili, soprattutto di villette, per sfruttare le occasioni del superbonus 110% per aumentare l’efficienza energetica degli edifici. Ad agosto 2022 la Guardia di Finanza di Treviso ha contestato al Gruppo Casa Zero una presunta truffa da 24 milioni di euro in crediti d’imposta legata al superbonus e da allora tutte le attività si sono bloccate. I contratti stipulati per le ristrutturazioni sono rimasti in sospeso, i cantieri avviati si sono fermati e "alle famiglie come la mia non resta che aspettare – racconta Gregori – da una parte l’Agenzia delle Entrate che confermi una tutela tributaria a chi è stato coinvolto in questa situazione che ovviamente non ha beneficiato del superbonus, e dall’altra la chiusura delle indagini della Procura di Treviso nell’accertamento del reato di truffa". Insomma, una vicenda intricata e che si preannuncia lunga per coloro che si sono trovati incastrati nel sistema Casa Zero, soprattutto famiglie come quella dell’ingegnere di Biassono distribuite tra Veneto, Friuli, Piemonte, Liguria, Toscana e Lombardia, di cui una decina di residenti in provincia di Monza e Brianza.

"Tutto è iniziato nel 2021 quando Casa Zero si è presentata con una proposta interessante – racconta Gregori –, Hanno fatto a spese loro l’analisi della casa per valutare se rientrava nei requisiti del superbonus e poi, a fronte di una caparra di 500 euro, hanno fatto il progetto per la riqualificazione energetica e quindi si sarebbero accollati tutti i costi in cambio della cessione del credito del 110". Per la casa di Biassono era previsto un progetto con lavori da 160 mila euro tra cappotto isolante, nuovi infissi, pompa di calore, pannelli solari e "ad aprile 2022 hanno montato il ponteggio con la previsione, da contratto, di concludere tutto entro 3 mesi. I lavori sono poi stati avviati ma da luglio non si è visto più nessuno, all’inizio di agosto ci ha contattato la Guardia di Finanza di Treviso per farci sporgere denuncia. In quell’occasione si è visto che il mio cassetto fiscale per usufruire delle agevolazioni del superbonus era già stato svuotato da tempo, prima ancora che iniziassero i lavori".

Decine di migliaia di euro prelevati senza giustificazione con lo stato d’avanzamento dei lavori, il blocco del cantiere e "a noi – commenta Gregori – è andata anche meglio di molte altre famiglie perché erano solo all’inizio del cappotto: c’è chi si è trovato senza infissi delle finestre o senza impianto di riscaldamento per tutto l’inverno". Ora il Comitato chiede al Governo e al Parlamento di "tutelare le centinaia di famiglie incastrate in questa situazione senza alcuna colpa".