PAOLA ARENSI
Cronaca

Lodi, organizzazione ospedali: 32 giorni di sciopero della fame per il sindacalista

Lazzarini: "Futuro nero, mancato rispetto sindacati e lavoratori". Ma L'Asst respinge ogni accusa: "Stiamo solo migliorando la situazione"

Stefano Lazzarini, Confsal Lodi

Lodi, 2 agosto 2021 - Da una parte i 32 giorni di sciopero della fame del segretario provinciale della Confsal Stefano Lazzarini, convinto “che il futuro degli ospedali lodigiani, smantellati fingendo di riorganizzarli, sia nero”. Dall’altra l’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi che, nella persona del direttore generale Salvatore Gioia, nega ogni accusa e invita il sindacalista “a smetterla con questi metodi di lotta provocatori”. Nel Lodigiano continua l’aspro confronto sulla Sanità.

Lazzarini, che già ad aprile aveva digiunato 9 giorni, si ritiene insoddisfatto dei risultati ottenuti dalla sua protesta e ha ripreso a non mangiare 32 giorni fa. Chiede sia di nuovo possibile il frazionamento orario per i permessi relativi alla legge 104/92, la riqualificazione, anche in ambito oncologico, dell'ospedale di Casale e per quanto riguarda l'ospedale di Codogno, che non si smantelli quello di Sant’Angelo, “col rischio che Casale e il presidio santangiolino diventino pure infermerie con poche persone dentro”. Ma Lazzarini auspica anche il ripristino di attività e specialità per malati acuti e tanto altro. Confsal ritiene che la condizione degli ospedali sia peggiorata:”Ma le istituzioni stanno in silenzio e i politici fanno solo passerelle, senza chiedersi, a breve, dove ci cureremo, dato che tutto sta finendo nelle mani dei privati” insiste. Lazzarini accusa Asst di aver svuotato gli ospedali “spacciando un Piano organizzativo strategico nuovo, che abbiamo contrastato scrivendo anche in Regione, che non fa altro che certificarne lo svuotamento”.  Il sindacalista lamenta inoltre “il mancato rispetto dei sindacati e dei lavoratori, tenuti “a bacchetta” e ormai esausti”. Per Lazzarini la parte veramente dolorosa è “vedere effettuare visite ravvicinate e inadeguate, perché troppo rapide, dove si formano assembramenti nei corridoi, con possibilità di contagi e manca umanità e tenerezza, soprattutto verso malati e fragili”.

Il direttore generale di Asst Salvatore Gioia ha replicato: ”Sono umanamente vicino al dottor Lazzarini, ma non possiamo accettare ulteriormente provocazioni basate su falsità e su pressioni – e ancora -I vari presidi non si stanno svuotando, anzi siamo al lavoro per rafforzarli. Le modifiche al piano organizzativo aziendale, che abbiamo condiviso con tutti gli stakeholder dell’ASST di Lodi, prevedono proprio un potenziamento della rete territoriale. Questo nell’ottica di una presa in carico, sempre più integrata, del paziente cronico/fragile. Inoltre abbiamo sempre mantenuto relazioni corrette con tutte le sigle sindacali e siamo stati aperti al confronto, per garantire a tutti la possibilità di conciliare vita e lavoro. Certo nel rispetto della normativa contrattuale”. Per quanto riguarda il presidio di Sant’Angelo Lodigiano, Asst conferma: ”E’ stata potenziata l’offerta nell’ambito della radiodiagnostica, con l’arrivo di una TAC, che mai è stata presente in tale presidio e da settembre del mammografo. Inoltre, sempre da settembre, il presidio diventerà anche la seconda base, sul territorio Lodigiano, per l’erogazione delle cure palliative. Anche il presidio di Casalpusterlengo è al centro di importanti investimenti e siamo in fase di assunzione di due nuovi tecnici per la radioterapia”. Lazzarini vorrebbe non fossero più richiesti i soldi a dipendenti la cui malattia non è stata ritenuta grave e che, in alcuni casi, devono restituire fino a 70mila euro.

Gioia ribadisce: ”Nel primo caso si tratta, come ampiamente chiarito in passato, di un atto dovuto, che l’attuale direzione sta gestendo nel rispetto delle leggi e venendo incontro - laddove possibile - alle difficoltà dei soggetti interessati. E per la fruizione della legge 104, siamo stati sempre aperti al confronto per garantire a tutti la possibilità di conciliare vita e lavoro nel rispetto della normativa contrattuale: allo stato attuale, ci risulta soltanto una richiesta ancora “aperta” e che stiamo approfondendo”. Lazzarini ha poi attaccato l’azienda ospedaliera per “l’improvvisa chiusura di metà reparto della riabilitazione respiratoria a Sant’Angelo, mettendo una cooperativa di Oss, senza avvisare le organizzazioni sindacali”. Ma Gioia qui è perentorio: ”Respingiamo con forza quest’ennesimo attacco, del tutto privo di fondamento, poiché l’eventuale sospensione delle attività sanitarie non dipende dalla direzione infermieristica, è la direzione strategica che, in base alle situazioni contingenti, in questi ultimi 15 mesi condizionati dalla pandemia, definisce la strategia per rispondere al meglio alle esigente di ricovero e cura. Per quanto riguarda il riposo del personale, in particolare al citato esempio di Sant’Angelo Lodigiano, abbiamo creato ridondanza nei turni. Tutto proprio per permettere a chiunque di usufruire dei periodi di ferie spettanti”.  In merito alle visite Asst replica: ”Le visite ambulatoriali sono programmate seguendo alla lettera le regole dettate a livello nazionale e regionale, per garantire la sicurezza dei pazienti e l’erogazione delle prestazioni nei tempi richiesti. A tal proposito, è opportuno ricordare a tutti i cittadini di continuare a rispettare le regole anti-Covid e di non presentarsi con troppo anticipo rispetto all’appuntamento fissato”.

Lazzarini infine ha ricordato:”Vista la situazione generale, ci ritroviamo che da qui scappano tantissimi professionisti”. Ma Gioia non è d’accordo:”A questa affermazione si può rispondere facendo il lungo elenco dei concorsi banditi (alcuni sono ancora aperti, altri sono già conclusi) per l’assunzione di nuovi professionisti in varie discipline: ortopedia e traumatologia, urologia, geriatria, anatomia-patologica, radiodiagnostica. Mentre l’organico della radiologia è pressoché completato e ci consentirà di riprendere con le prestazioni a pieno regime – elenca - . Abbiamo poi integrato l’organico con numerose figure: fisici sanitari, logopedisti, tecnici di neurofisiopatologia, ostetriche. Questo smentisce quindi da sé l’affermazione che gli ospedali si vanno svuotando”.