"Una protesta meramente strumentale da parte del sindacalista Confsal". Così l’Asst di Lodi replica a Stefano Lazzarini, il sindacalista lodigiano che da lunedì ha iniziato lo sciopero della fame per chiedere più tutele per medici, infermieri e Oss che lavorano nei presidi ospedalieri del territorio. "In materia di permessi per gli aventi diritto ai sensi della legge 10492 solo nel periodo giugno 2020-febbraio 2021 i dipendenti dell’Asst di Lodi hanno fruito di 4.065 giornate di permesso, di cui 2.780 per infermieri e ostetriche e 574 per medici – spiegano dall’Asst –. La fruizione a giornata intera anziché ad ore dei permessi per poter prestare assistenza a terzi ex art. 33, comma 3 Legge 10492, discende dall’applicazione della norma contrattuale (Art. 38 CCNL Comparto Sanità) concordata tra l’ Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazione (ARAN) e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del comparto sanità, tra le quali giova ricordare anche Fials-Confsal".
Poi l’Azienda attacca il sindacalista Lazzarini. "Si configura quindi sempre più nitida e palese la connotazione meramente strumentale della protesta annunciata da Confsal, che dopo aver adito il prefetto di Lodi per richiedere la conciliazione con l’Azienda su una materia mai trattata in precedenza con questa Asst, in deroga a qualsiasi principio di buona fede e contro gli interessi di chi proclama di tutelare, ha una connotazione, stia ora scioperando contro una norma che esso stesso ha contribuito a formulare", conclude l’Asst. C.D.