
Paolo Gorini fu cremato nel 1881, ma data l’impossibilità di una sepoltura al cimitero le sue ceneri furono conservate nel forno crematorio di Riolo fino al 1937
L’urna che un tempo conteneva le ceneri di Paolo Gorini è stata collocata nella “sala capitolare“ della Collezione anatomica dello scienziato lodigiano, per un’esposizione temporanea che si pone tra gli obiettivi far conoscere alla cittadinanza una figura storica tanto amata, quanto misteriosa del panorama cittadino. L’operazione è stata resa possibile grazie all’intervento di manutenzione e pittura del reperto da parte della Società di Cremazione di Lodi. "Un’esposizione che conclude finalmente il percorso travagliato dei beni goriniani – spiega il curatore della Collezione anatomica Alberto Carli – , che permettono di identificarne numerosi aspetti. C’è un Gorini storico e un Gorini della cultura popolare, folkloristica, quasi fiabesca. C’è un Gorini scienziato, ma anche un Gorini mago, intento all’approfondimento della stregoneria, dello spiritismo, dell’ipnotismo e della chiromanzia".
Il “Pietrificatore“ fu cremato nel 1881, ma data l’impossibilità di una sepoltura in un cimitero, le sue ceneri furono conservate nel forno crematorio di Riolo fino al 1937, quando Ettore Archinti per onorarne la memoria, su proposta di Socrem, decise di apportare il suo contributo artistico realizzando l’urna, oggi ricollocata nella Collezione Anatomica. Il restauro del manufatto, contenente i resti dello scienziato, è stato realizzato col contributo dell’Università degli Studi dell’Insubria, attraverso il progetto “Under the Skin/Sotto la Pelle”, titolo impiegato anche per la rassegna 2025 di Vien Musica dal Chiostro, che tratterà del corpo umano anche attraverso gli occhi di Gorini. "Ci sono progetti di restauro che sono vere e proprie avventure, tra queste lo è stato in particolare il restauro dei preparati anatomici goriniani – spiega Ilaria Perticucci, archeologa, restauratrice e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore -. Si è trattato di interventi per lo più conservativi su pezzi completamente compromessi ed alterati ai quali siamo stati in grado di ridare il loro fascino originale e la sacralità che li contraddistingue. Restaureremo completamente anche quei preparati anatomici che erano rimasti in sospeso".
Si lavorerà infatti su preparati mai stati oggetto di alcun tipo di restauro, né di progetti di successiva manutenzione. Dei veri e propri “inediti”, ai quali sarà data nuova vita anche grazie al contributo della Fondazione Comunitaria di Lodi e dell’Asst che trasformerà la sala adiacente alla Collezione Gorini in un vero e proprio gabinetto di restauro. L’intero progetto durerà tra i 12 e i 24 mesi, e permetterà di scoprire nuovi dettagli sui lavori del "Mago di Lodi", partendo da un’analisi fotografica e dalla pulizia di ciascun reperto.