LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Ucciso con una fucilata, il cugino di Mohamed accusato di omicidio si difende: “Ero con mia moglie fuori dal Lodigiano”

Villanova del Sillaro, il parente resta in cella. Gli inquirenti sono al lavoro su due piste: vendetta o scontro tra bande per il controllo dello spaccio

Forze dell’ordine nella zona dove è stato ritrovato il corpo del 21enne freddato con una fucilata al petto

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Villanova del Sillaro (Lodi) – Resta in cella Mohamed Aziz, il 36enne originario del Marocco che, mercoledì pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato, si era presentato spontaneamente in Procura a Lodi dopo che il giorno precedente gli era stato notificato il decreto di fermo per la morte di Mohamed Kaoukeb Raji, il 21enne, anch’egli di nazionalità marocchina, il cui corpo è stato rinvenuto senza vita sabato pomeriggio nelle campagne tra Pieve Fissiraga, Massalengo e Villanova del Sillaro.

Al 36enne vengono contestati i reati di omicidio volontario aggravato dall’uso di arma da sparo e dalle circostanze di tempo e di luogo, oltre che per i reati di detenzione e porto di arma da fuoco, proprio quella utilizzata secondo l’accusa per uccidere il connazionale.

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Residente nella periferia milanese, Aziz aveva già chiarito la sua posizione di fronte al Gip, nell’udienza di convalida del fermo. L’uomo si era presentato spontaneamente mercoledì negli uffici del pubblico ministero per rilasciare alcune dichiarazioni spontanee e dirsi estraneo ai fatti. La sua versione: non si trovava nel lodigiano. Secondo quanto dichiarato al pm, Aziz si trovava infatti presso la sua abitazione assieme alla moglie. Inefficace la strategia difensiva adottata dall’uomo e dal suo legale, e la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere. 

L’accusa

Ora, Aziz dovrà infatti rispondere di omicidio volontario aggravato. Restano numerosi, comunque, i nodi che gli inquirenti dovranno sciogliere per risolvere il caso. Aziz sembrerebbe coinvolto anche nella telefonata riportata da parenti e amici della giovane vittima, arrivati appositamente da Avezzano, in Provincia de L’Aquila, per ritrovarne la salma.

Da quanto emerso, il 36enne e il 21enne avrebbero un rapporto di parentela. Aziz, secondo quanto riportato dai parenti della vittima, avrebbe telefonato a sua madre per dirle, forse perché pentito, di aver ammazzato Kaoukeb.

La donna, spaventata, avrebbe immediatamente comunicato il fatto alla madre della vittima che, trovandosi in Marocco, avrebbe richiesto l’intervento di parenti ed amici abruzzesi per la ricerca del figlio, dato per scomparso. L’omicidio potrebbe essere una possibile vendetta o uno scontro tra bande rivali per il controllo del territorio di spaccio.